L’Italia convince l’Europa. Città del Vino, Federvini e Coldiretti: sulle etichette dei vini nessun riferimento al cancro. L’abuso nel bere non più confuso col gusto e il semplice consumo

Si stava arrivando all’assurdo e abbiamo seriamente corso il pericolo che sulle etichette dei vini si dovessero mettere avvisi allarmanti che bevendo si corre il rischio di beccarsi il tumore… a modello di quanto avviene per le sigarette. Potete immaginare cosa sarebbe accaduto al sistema vitivinicolo italiano che sta battendo tutti nel mondo per qualità e vendite? Per fortuna il pericolo è scampato e l’Italia convince l’Europa: il Parlamento Europeo ha approvato gli emendamenti presentati dagli italiani Paolo De Castro ed Herbert Dorfmann alla relazione Beca (Commissione Speciale contro il Cancro) sul Beating Cancer Plan Ueal, il Piano strategico per la lotta al cancro.

L’allerta sanitario sulle bottiglie riguarderà solo l’abuso nel bere e non il semplice consumo.

Quindi, sulle etichette comparirà solo il richiamo a un uso responsabile, mentre non ci sarà alcuna scritta allarmante, come avviene per le sigarette, cosa che invece era previsto nella stesura originaria del “Cancer Plan”. La linea morbida italiana ha vinto tra i parlamentari europei-

Del resto corrisponde a piena realtà che a rischiare la propria salute con varie forme di patologie e dipendenza, sono solo coloro che fanno abuso di alcolici, vino compreso.

Con l’approvazione degli emendamenti italiani, scampato anche il pericolo che, oltre a etichette terrorizzanti sui vini – ma anche sulle birre -, questi prodotti potessero subire l’aumento della tassazione e l’esclusione dalle politiche di promozione messe in campo dall’Unione Europea

Il gustare e sorbire il vino abbinandolo a piatti, cercando di leggerne sentori e profumi, nulla ha a che vedere con allarmi sanitari e avvertenze anti cancro: al contrario, è conoscenza di territori oltre che modello salutare tipico della Dieta Mediterranea.

In ambito europeo, abuso e consumo moderato (oltre che consapevole) di bevande alcoliche sono stati finalmente separati e non mescolati in un unico calderone.

A esultare subito sono state tre importantissime rappresentanti del mondo del vino italiano e della produttività agricola, Città del Vino, Federvini e Coldiretti.

“Il pericolo di un piano d’azione anti cancro punitivo per il settore è stato scongiurato – commenta Angelo Radica, presidente di Città del Vino – Chiarito definitivamente questo aspetto adesso è il momento di andare avanti con la promozione del settore, soprattutto dell’enoturismo, che ha risentito pesantemente della pandemia. Noi ci stiamo organizzando per la vera ripartenza delle visite in cantine e nei territori, confidando nella primavera e nell’estate in arrivo, se la situazione sanitaria come prevediamo lo consentirà. Intanto ad aprile a Vinitaly presenteremo i dati del nuovo Rapporto sul Turismo del Vino in Italia, che riparte quest’anno con più slancio di sempre e con il supporto di Nomisma, che curerà l’Osservatorio per le Città del Vino. I questionari tra i 550 Comuni associati sono stati sottoposti ai referenti dei nostri territori proprio in questi giorni”.

Tanto per rendere tangibile e leggibile la realtà del vino, inserisco qui un link a un mio passato articolo che delinea le dimensioni del solo settore spumanti (già sbalorditivo).

Peraltro, l’universo vino italiano è stato stimato da Coldiretti in 12 miliardi di fatturato. Di questi ben 7,1 miliardi giungono dalle esportazioni. A livello occupazionale in Italia siamo a circa 1,3 milioni di lavoratori.

“Esprimo soddisfazione che siano passati gli emendamenti a sostegno dell’argomentazione che vada combattuto l’abuso e non il consumo puro e semplice di alcol – dice Micaela Pallini, presidente di Federvini – Siamo contenti che il Parlamento abbia capito che non era il caso di usare una linea troppo spinta. Il programma Ue si rivolge a stili di vita non sani che hanno ripercussioni sulla salute, come cancro e altre malattie. Chiaramente, dobbiamo educare le persone a consumare in modo intelligente l’alcol e a capire cosa stanno bevendo. La moderazione è importante, ma noi come Paese del Sud dell’Europa usiamo da decenni la dieta mediterranea come base della nostra alimentazione e siamo tra i Paesi più sani del mondo. La nostra dieta ci insegna a consumare con moderazione un po’ di tutto, senza eccedere”.

“Il Parlamento Europeo salva quasi diecimila anni di storia del vino le cui prime tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4.100 a.C. – sottolinea Ettore Prandini, presidente della Coldiretti – È stato respinto il tentativo di demonizzare il consumo di vino e birra attraverso allarmi salutistici in etichetta già adottati per le sigarette, l’aumento della tassazione e l’esclusione dalle politiche promozionali dell’Unione Europea, nell’ambito del Cancer Plan proposto dalla Commissione Europea. Azione richiesta insieme al consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia, nella lettera scritta al commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni, al commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski, al ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli, agli europarlamentari italiani, ma come fatto da tutte le rappresentanze delle filiera del vino, da Alleanza delle Cooperative Italiane ad Assoenologi, da Confagricoltura a Cia/Agricoltori Italiani, da Copagri, a Federvini, da Federdoc ad Unione Italiana Vini – Uiv, nelle varie lettere inviate ai vertici istituzionali italiani ed europei”.

La Coldiretti poi rincara rimarcando che “il giusto impegno dell’Unione Europea per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. L’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto. Si tratta, peraltro, di un orientamento incoerente con il sostegno accordato dal provvedimento alla Dieta Mediterranea, considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, tra cui il cancro, ma che si fonda anche sul consumo equilibrato di tuti gli alimenti a partire dal bicchiere di vino ai pasti”.

“L’Italia è il primo produttore ed esportatore mondiale di vino – conclude Coldiretti – con le bottiglie made in Italy che sono destinate per il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola. Il consumo pro capite in Italia si attesta sui 33 litri all’anno con una sempre maggiore attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri anche alla scoperta di cantine e aziende”.

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4 commenti Aggiungi il tuo

    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      Da far saltare il Parlamento europeo se imponevano sulle bottiglie le immaginette da terrore che fino a oggi si mettono sui pacchetti di sigarette. Senza considerare il resto.
      Assoluta imbecillità anche lì

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      1. L’imbecillità è dilagante: ormai non stupisce più, purtroppo! 😦

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        1. Giuseppe Grifeo ha detto:

          Questo è il punto critico: l’imbecillità come norma

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