Linosa, un aereo Martin Baltimore della Seconda Guerra Mondiale trovato in mare a 85 metri di profondità: caso raro per lo stato di conservazione

Nonostante gli 80 anni passati sul fondale del mare dell’isola di Linosa, in provincia di Agrigento, a 85 metri di profondità, il ritrovato aereo britannico Martin Baltimore è ancora in ottime condizioni. Il velivolo militare AG699 apparteneva al 69° squadrone della RAF-Royal Air Force. Una rarità sia per il buono stato (all’epoca scese dolcemente e, alla fine, un ammaraggio morbido a motori spenti), sia per il fatto che oggi aerei così completi di questo modello sono praticamente introvabili.

Il mare siciliano racchiude tesori storici che attraversano millenni. Fino a poche settimane fa l’ennesimo ritrovamento di una lunga serie che hanno riguardato resti di carichi e imbarcazioni che vanno dall’era greco-punica a quella della Roma imperiale e la sistemazione di percorsi archeologici subacquei.

“La Soprintendenza del Mare e i suoi qualificatissimi collaboratori e segnalatori continuano senza sosta ad operare nel campo della ricerca delle testimonianze del passato – rimarca Ferdinando Maurici, Soprintendente del Mare – oltre che di relitti antichi, anche nel campo dei relitti sommersi del XX secolo rilevando in questi ultime settimane importanti testimonianze del periodo compreso tra le due Guerre Mondiali”.

Adesso l’attenzione è appunto rivolta a un periodo che da noi dista storicamente non molto meno di un secolo. Anche la Seconda Guerra mondiale ci sta parlando dai fondali marini di Sicilia. In un precedente articolo (link), il caso del coevo Douglas C-47, designato Skytrain/Dakota, altro velivolo militare della Seconda Guerra Mondiale trovato in fondo al mare, al largo di San Vito Lo Capo.

Ottant’anni fa il bimotore Martin Baltimore AG699 trovato e identificato nei fondali dell’isola di Linosa (arcipelago delle Isole Pelagie), decollò dall’aeroporto di Luqa (Malta) alle ore 12,45 del 15 giugno 1942. Aveva una missione ben recisa e vitale, osservare il traffico navale nella zona di Pantelleria dove, proprio in quei giorni, stava infuriando la “Battaglia di Mezzo Giugno” quando le forze dell’Asse stavano riuscendo a contrastare con efficacia l’operazione “Harpoon”.

Le forze Alleate dovevano ottenere un continuo monitoraggio dell’area per comprendere quali fossero le operazioni militari in atto e quali gli spostamenti delle flotte.

L’identità dell’aereo inabissatosi davanti la zona del “Fanalino” di Linosa è venuta alla luce dopo un periodo in cui erano state fatte diverse ipotesi. La più accreditata tendeva a identificarlo per un aerosilurante Bristol Beaufort, bimotore ad ala media di vecchia concezione (anni 30) assemblato dalla britannica Bristol Aeroplane Company. Il relitto dell’aereo era stato individuato durante una campagna scientifica nell’ambito di un progetto sulla mappatura dei fondali e il monitoraggio degli habitat, piano di lavoro dall’allora IAMC (Istituto per l’Ambiente Marino Costiero) del CNR di Napoli.

Finalmente, proprio in questi giorni, è stata svelata la vera storia dell’aereo, grazie alla collaborazione di Fabio Portella, appassionato subacqueo altofondalista siracusano e Ispettore Onorario per i Beni culturali della Soprintendenza del Mare di Sicilia che ha coordinato le operazioni.

Per essere precisi, si tratta di un Martin 187 Baltimore britannico sigla AG699, bombardiere leggero bimotore ad ala media trapezoidale e muso a vetrata, molto robusto, molto ben armato e manovrabile. Era di costruzione statunitense e fu sviluppato su richiesta e specifiche della Royal Air Force per l’impiego nel conflitto. Questo modello era dotato di propulsori particolarmente potenti se raffrontati al peso dell’apparecchio. Entrò in servizio di combattimento nel Mediterraneo durante la primavera del 1942 affiancando gli altri bombardieri leggeri britannici e delle Forze alleate adoperati per veloci e penetranti incursioni. Nel 1943 il Martin Baltimor era parte di squadre per le incursioni dagli aeroporti tunisini di Soliman ed Enfidaville, bombardamenti utili all’operazione Corskcrew che in poco più di un mese, l’11 giugno del 1943, portò alla presa di Pantelleria da parte degli Alleati.

Il bombardiere restò in servizio fino al 23 dicembre 1949.

Ancora una volta – sottolinea Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana – la collaborazione dei segnalatori, dei pescatori, dei diving center e dei collaboratori della Soprintendenza del Mare, ha consentito la scoperta di un relitto eccezionale. Il lavoro sul territorio operato dalla Soprintendenza continua a dare i suoi frutti con sempre nuove segnalazioni e ritrovamenti, segno che la nuova cultura della tutela dei beni sommersi continua sempre più ad affermarsi”.

Il relitto riveste un grande valore storico e simbolico considerando già due aspetti.

Il primo riguarda la sua rarità: oggi non è nota l’esistenza di velivoli Martin Baltimore in ottimo stato sopravvissuti alla Seconda Guerra Mondiale e ai successivi smantellamenti; in pochi musei esiste, infatti, solo qualche pezzo riconducibile a simile modello aereo e in Grecia vi è un esemplare, ma è semidistrutto.

Il secondo aspetto non può prescindere dal suo eccezionale stato di conservazione dovuto a diverse fortuite circostanze: un ammaraggio morbido a motori spenti (testimoniato dall’integrità della struttura e dalle eliche posizionate dal pilota, prima dell’ammaraggio, in posizione perfettamente a bandiera), la profondità del relitto sostanzialmente inaccessibile con l’utilizzo di attrezzature sportive, la pesca a strascico non intensiva condotta in quel tratto di mare e, in ultimo, la relativa distanza dell’isola di Linosa e dai flussi turistici.

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2 commenti Aggiungi il tuo

  1. aure1970 ha detto:

    Veramente affascinante questa storia. Grazie. 🙏🏻

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    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      Chissà quante altre attendono di essere raccontante e restano ancora in fondo al mare

      Piace a 1 persona

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