Sapori e storia di Partanna: il pluripremiato “Olio Baronessa”, nome che evoca sensazioni e discendenze, eccellenze di Sicilia

Valle del Belìce, oliva Nocellara del Belìce, terreni dal colore rosso-brunastro, alberi d’olivo a perdita d’occhio. Tradizione tramandata dal 1700 in quest’area, famiglie che hanno costruito una realtà che è fatta di storie, eccellenze, sapori e profumi. Un trionfo del gusto in ogni sua declinazione. Che si vuol chiedere di più? Il pluripremiato “Olio Baronessa”, nome che evoca sensazioni e discendenze, è una summa di tutto questo nell’ambito delle cittadine e delle campagne siciliane di Partanna e Castelvetrano, in provincia di Trapani, a breve distanza da Mazara del Vallo e dal Parco archeologico di Selinunte.

L’azienda e il prodotto olio extravergine Baronessa sono balzati alla mia attenzione in due modi: ne avevo già molto apprezzato la qualità in quel di Partanna; inoltre, ecco che me li ritrovo grazie al Gambero Rosso, organizzazione che seguo come giornalista da almeno il 2008 e che ha la capacità di scovare le eccellenze del gusto in tutta Italia, dal vino, ai ristoranti, passando per gli oli, le pizzerie, le pasticcerie e tanto altro, stilando classifiche e guide dopo attente analisi.

NBel 2016 l’extravergine Dop Baronessa, un monocultivar Nocellara del Belìce, fu premiato dal Gambero Rosso per la sua eccellenza con il riconoscimento delle “tre foglie”, il livello massimo. Negli anni successivi 2017 (ancora tre foglie), 2018, 2019 ha trovato altri riconoscimenti di rilievo (selezione con “due foglie”). Ma le menzioni sono proseguite ancora dopo, come nell’ultima edizione 2022 della Guida Oli d’Italia.

L’Azienda Agricola Baronessa (link) è incastonata in un territorio dove le vicende umane, di passaggi e influenze di culture, di realtà storiche e di lavoro dei campi, si sono susseguite nei secoli e nei millenni. A guidare l’impresa è la famiglia Napoli-Mendolia, oggi grazie alle rappresentanti più giovani, Chiara e Maria Pia, ideatrici di eventi agroalimentari, sulle qualità organolettiche dell’olio extravergine di oliva, i vantaggi dal punto di vista cardiologico, oncologico e metabolico.

Dal 1984 a oggi è una storia molto al femminile quella della Baronessa, è proprio il caso di dirlo.

La famiglia ha puntato storicamente sul cosiddetto oro verde scegliendo le peculiarità del territorio, i frutti del bioclima strettamente locale e quindi la cultivar Nocellara del Belìce (link) cui fanno capo due Dop, la Dop Nocellara del Belice come olive da mensa e l’Olio di oliva ExtraVergine Dop Valle del Belice.


L’olio di questa Dop deve avere un’acidità massima dello 0,50% e una densità di valore medio. Si tratta di uno degli oli con più polifenoli, pari a 340 mg/kg. Ottenuto da varietà Nocellara del Belice per almeno il 70%. Il colore è verde dai riflessi dorati fino al giallo con riflessi verdognoli. Al naso sprigiona un profumo di oliva appena frantumata con sfumature erbacee. In bocca libera un sapore decisamente fruttato, lievemente amaro e piccante – ma può avere maggiore intensità in queste ultime due caratteristiche -, poi uno splendido retrogusto che offre sensazioni di mandorla, carciofo e pomodoro verde. La Nocellara del Belìce ha una storia antichissima come coltura: in questi territori l’olivo di questa varietà era già utilizzato ai tempi delle colonie greche e cartaginesi: per maggiore precisione, all’arrivo dei megaresi, cittadini di Megara Iblea, colonia greca in Sicilia, popolazione che fondò anche Selinunte (Σελινοῦς) tra il l 650 o 627 a.C. Inoltrandosi nell’entroterra i megaresi-selinuntini diffusero la coltura dell’olivo.


Tornando all’Azienda Agricola Baronessa, conosco bene e da lungo tempo Anna Maria Napoli. Lei mi ha raccontato questa splendida realtà che produce suggestioni e sapori da quasi due secoli, azienda che la signora Anna Maria ha guidato fino al 2015 cedendo poi lo scettro alle generazioni successive della famiglia, alle figlie.

“Il possesso dei terreni vocati alla coltura dell’ulivo risale all’800 – racconta Anna Maria Napoli – alla famiglia Rodi Napoli che, pur impegnata professionalmente, ha promosso lo sviluppo delle sue tipicità per l’attaccamento alla propria terra. Da mio padre, il dottor Pietro Napoli, presi le redini dell’Azienda agroalimentare ed era il 1984. Il marchio Baronessa è stato poi registrato nel 2013.

Nel 2016 con l’inserimento del nostro olio nella Guida Oli d’Italia del Gambero Rosso, abbiamo avuto il piacere di condividere il successo della nostra creazione proprio nell’amato Castello Grifeo durante la Cena di Gala a giugno di quell’anno. Dal 2019 la titolare è nostra figlia Chiara Mendolia che sulle orme del suo papà Vincenzo è determinata a produrre e promuovere l’evoo Baronessa, genuino e di qualità”.

Chiara Mendolia è una vera e propria interprete fedele dell’attaccamento alle radici dei suoi genitori e agisce per assicurare qualità al prodotto e sostenibilità all’Azienda.

Facendo capo alla raccolta/campagna olearia 2021, sono due i prodotti selezionati per la Guida 2022 del Gambero.

Sede legale a Partanna e terreni tra lo stesso Comune partannese e la contigua Castelvetrano in contrada Seggio-Seggio Baronessa per una superficie totale di 10 ettari: di questi, nove sono a oliveto. La produzione annua di olio è di circa 20 quintali. Coltivazione Ecosostenibile.

Azienda Baronessa – https://oliobaronessa.com/
Via Vittorio Emanuele, 131
91028 Partanna (TP)

e-mail: chiaramendolia@hotmail.com

Telefoni:
+39 3498126010
+39 3807636779

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