È stato come aprire gli occhi su quanto vissuto quotidianamente lavorando con la parola. Fatto comune a tantissimi, con gli ovvi distinguo fra giornalisti, scrittori, editor, revisori di testi per l’approvazione alla pubblicazione. Storie subite e/o plasmate, spesso non ce ne rendiamo conto. Nel suo romanzo “il lettore di racconti” (Editrice Dei Merangoli) il collega Riccardo Cenci mette tutto in evidenza collegando 12 storie come in un rosario, ognuna come un grano da snocciolare. Sono narrazioni raccordate dalla vita del protagonista, un revisore di testi che evidenzia le profonde mutazioni interiori, a volte terribili, oppure giocose, dovute ai manoscritti che deve analizzare e al suo vissuto. Un rosario particolare perché si può procedere leggendo nell’ordine impostato dal protagonista, oppure scegliere a caso fra le 12 storie, a sensazione, a seconda di come la nostra mente viene sollecitata.
Come operai della parola, scrittori, giornalisti e altri ancora, lavoriamo in automatico, come respirare, ma le narrazioni e le vicende ci cambiano, non importa se sono opera nostra o di altri. Ci abbandoniamo al nostro lavorio sui paragrafi e sui capitoli ma, nei fatti, dove iniziano e dove finiscono l’autore e il revisore di testi? Quale il confine fra il giornalista e le storie che ascolta per poi raccontarle?
“il lettore di racconti” è anche un inno alla parola scritta che raccoglie e narra pensieri, alla forza della letteratura che attraversa epoche, che denatura il tempo privandolo anche del suo significato tangibile, che connette momenti e sentimenti attraverso le più differenti esistenze.
L'idea di scrivere su “il lettore di racconti” e di presentarlo il 23 luglio scorso alla Casa dell'Architettura di Roma, deriva da due momenti diversi che, come accade spesso per noi umani, mette in comune concetti, esperienze e fa nascere amicizie.
Riccardo Cenci l'ho conosciuto diversi anni fa, eravamo parte di una ciurma di giornalisti durante un press tour in Epiro - Grecia (link). Terra stupenda questa, luogo dove non ero mai stato. Fu l'opportunità giusta per conoscere colleghi di valore.
Da lì l'amicizia con Riccardo è proseguita.
Così ho letto e recensito (link) una sua precedente opera libraria, “Il libro delle voci dimenticate” dove Riccardo narra di esistenze sopraffatte dalla violenza della storia, una serie di fatti che sono stati frutto di esperienze dirette, di interviste, di viaggi.





La struttura del romanzo
Nel “il lettore di racconti” il centro che focalizza tutto è un uomo isolato nella sua stanza ingombra di manoscritti fino all’inverosimile, atmosfera buia, polverosa, disordinata e precaria.
Il personaggio è concentrato nella lettura e valutazione di questi scritti arrivati da tutto il mondo, ognuno rispecchiante il desiderio di tanti autori che vorrebbero veder pubblicate le loro creazioni.
Il personaggio racconta i racconti, si racconta a sua volta, il gioco si annoda, si scioglie, suscita risa, ma anche disperazioni, dubbi.
Intrigante e curioso.
“Forse, leggendo storie scritte da altri, non riesco più a distinguere ciò che accade a me dalla funzione narrativa, non sono più in grado di separare le frasi che sono davvero farina del mio sacco da quelle che ho letto, e che vado ripetendo pensando siano frutto della mia fine intelligenza. Sto perdendo completamente il senso della realtà, a forza di immergermi negli abissi altrui ho finito per trascurare la mia individualità, abbandonando la mia anima al proprio destino”.
Dal prologo alla settima storia da “il lettore di racconti”
Non c’è narrazione scritta in questo romanzo che non richiami episodi, sensazioni, umori, frustrazioni, vittorie, alienazioni e sentimenti che tutti noi lettori abbiamo vissuto.
Io stesso, già nel primo dei racconti, ho ritrovato un recente episodio personale nelle sensazioni di abbandono, di irriconoscibilità in una trasformazione che poi è più interiore, ma che il protagonista proietta in quel che vede di sé nello specchio, nei vestiti che indossa, nel colore della pelle, nel riflesso sfuggente.
“Si guardava nello specchio e gli sembrava che la propria immagine si staccasse dalla superficie per nascondersi in un luogo imprecisato, in alto dove non poteva vederla, oppure in basso, fra le piastrelle sporche del pavimento. Non riusciva a fermare il proprio aspetto neppure per un istante, a bloccarne le fattezze in maniera accettabile…”.
Episodio, La cavia, da “il lettore di racconti”
La stessa realtà e le ambientazioni sono le più disparate, mentre l’elemento meno individuabile è il tempo, l’epoca. Per ognuno degli episodi si potrebbe essere nel passato, nel presente, nel futuro, ma non è possibile intuirlo tranne, a volte, che per pochi elementi.
Chiare sono per lo più le città e i paesi in cui tutti i racconti sono incastonati, basta un nome di luogo o di persona, oppure una descrizione ambientale per individuarli. Ma tutto avviene per sfumature come a far capire che il luogo è sì importante, valorizza, arricchisce, ma le storie dei personaggi, il dipanarsi delle sfaccettature dell’animo umano possono farne a meno.
Così ne “Il lettore di racconti” continuiamo a incontrare persone, a immergerci in vicende a volte incredibili con richiami all’alba dei tempi o a leggende, tra il surreale e il concreto, storie che hanno una fine netta o, al contrario, una conclusione imprecisa e inquietante, come se nell’attraversare un ponte che improvvisamente si infila nella nebbia questo riveli di non poter mai arrivare all’altra riva, al lato opposto di un canyon.
Si nota tutta l’esperienza di Riccardo Cenci, dovuta ai viaggi, alla ricerca di storie per il mondo, ai tanti incontri avuti fra Europa, Asia e Oriente. Chi ha calcato i luoghi che lui ha vissuto, li ritroverà. Per gli altri sarà scoperta, filtrata da un lettore e creatore di storie.
Altro perno del libro è lo specchio degli Arnolfini, elemento chiave e misterico del dipinto Ritratto dei coniugi Arnolfini (1434) di Jan Van Eyck. L’opera caratterizza due cose, la copertina del volume e una delle storie: ne è la chiave ed essenza emblematico-allegorica per il profondo messaggio psicologico e per la ricca simbologia racchiusa in quella tela.
Di più non posso descrivere.
Al lettore il piacere di esplorare pagina per pagina “il lettore di racconti”.
“il lettore di racconti”
Autore – Riccardo Cenci
Collana – Orti
Casa Editrice – dei Melangoli
anno pubblicazione – Dicembre 2024
pagine – 168
formato – 14 x 20 centimetri
rilegatura – Brossura
ISBN – 979‐12‐81359‐20‐8
Riccardo Cenci, breve biografia
Riccardo Cenci, laureato in Lettere e in Lingue e Letterature straniere moderne presso l’Università La Sapienza di Roma, è giornalista pubblicista e collabora con numerose testate, spaziando tra musica, arte e letteratura, con incursioni nella politica internazionale, in particolare quella dell’Est europeo.
In ambito letterario, riveste il duplice ruolo di scrittore e recensore di libri.
La sua esperienza narrativa si nutre della passione per il viaggio, inesauribile come la sua curiosità nei confronti della natura umana.
Dopo due raccolte di racconti – Fun city e altri racconti e Solitudini – pubblica Gli esiliati (Nemapress 2016), il suo primo romanzo continuando il suo impegno di scrittore con il libro delle voci dimenticate (deiMerangoli 2022).
Con il lettore di racconti prosegue la sua indagine sulla società contemporanea.

