Piazza del Parlamento a Palermo, nell’area del Palazzo dei Normanni, il Palazzo Reale, la più antica residenza reale d’Europa, una delle “culle” della storia siciliana, ha lasciato nuovamente di stucco. Il cantiere avviato per la sistemazione della rete fognaria e suo ammodernamento ha regalato pezzi di passato. D’obbligo la preventiva esplorazione archeologica lungo la linea del primo lotto dei lavori tra piazza della Vittoria alla scalinata d’accesso a piazza del Parlamento. Ed ecco che dagli scavi sono emersi i resti di antiche mura e manufatti islamici, normanni, svevi. Tutto nella cornice di quella che l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, ha definito come “un’area strategica che ha rappresentato il centro del potere politico e militare molto interessante per rileggere la storia della città“.
La storicità dei luoghi che hanno rappresentato da ben oltre mille anni un importante e primario polo amministrativo e di dominio, rende l’area un forziere di resti archeologici e testimonianze, molte delle quali sicuramente ancora occultate nel sottosuolo. Una curiosità su tutte, i “Qanat“, estesi cunicoli di epoca musulmana, una vera e propria rete di canali per raccogliere le acque dalle sorgenti per poi renderle disponibili alla città: realtà ancora poco nota ai visitatori, da percorrere però solo in alcuni tratti e solo accompagnati da speleologi preposti al compito (link Palermoviva).
Tornando alle nuove scoperte, “l’area del Palazzo dei Normanni e delle sue immediate adiacenze con la sua posizione leggermente rilevata e strategicamente significativa, è stata il centro del potere politico e militare per molti secoli – ha rimarcato l’assessore Samonà – È, pertanto, un luogo rilevante dove si trova una sovrapposizione di strati che racconta la storia, le vicende architettoniche e urbanistiche della città di Palermo”.
Gli scavi sono stati effettuati sotto la direzione tecnico-scientifica della Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Palermo e proprio in queste esplorazioni dell’immediato sottosuolo sono emerse strutture murarie di età medievale realizzate secondo differenti tecniche di costruzione.

“Le scoperte di questi giorni – conclude Samonà – aprono interessanti prospettive per ulteriori ritrovamenti, anche alla luce degli studi pregressi che attestano l’importanza di quest’area. La Primavera dell’Archeologia che è da qualche tempo in atto in Sicilia passa anche da questi ritrovamenti e dalla loro esatta individuazione storica”.
Davanti agli occhi degli specialisti e degli archeologi della Soprintendenza diretta dalla dottoressa Selima Georgia Giuliano, sono apparse per prime alcune parti di strutture delineate da blocchetti regolari in calcare biancastro disposti in filari alternati, pietrame grossolanamente sbozzato legato con malta di terra e altre in mattoni crudi.
L’esigenza di indagine si scontra con la realtà attuale dei luoghi, quindi l’impossibilità odierna di ampliare gli scavi per comprendere in pieno l’estensione e la portata delle antiche mura.

Comunque, come sottolineato da Monica Chiovaro e Antonio Di Maggio, archeologi della Soprintendenza, la grande piazza molto estesa tra Palazzo dei Normanni, via Vittorio Emanuele, via dei Bastioni, lambendo quasi la Cattedrale di Palermo e confinante con gli altri antichi edifici di zona, in epoca medievale era occupata da costruzioni e strutture a difesa del Palazzo Reale.
Come sottolineato dagli stessi esperti, tutte queste strutture furono demolite all’inizio dell’età moderna per dare vita alla grande piazza.
Tra gli altri “regali” restituiti dagli scavi, resti in ceramica islamica e normanna, epoca in cui le due culture si fusero quasi insieme alle preesistenti. Quindi catini carenati, coppe emisferiche a breve tesa, anfore con solcature sulla superficie e pennellate in bruno, ceramica a spirali.
Tra questi pure alcuni prodotti di età sveva, ceramica solcata di importazione tirrenica e le produzioni nord-africane decorate con i colori cobalto e manganese.
In ultimo, lungo un tratto di trincea caratterizzato da uno spesso strato di bruciato, “sono stati rinvenuti molti frammenti di vetro, spesso con tracce di una prolungata esposizione alle alte temperature”.
Uno splendido viaggio nei luoghi siciliani
La Sicilia è uno scrigno di storie, dalle più remote alle più vicine a noi, il tutto in una cornice ambientale-paesistica estremamente varia, dal Vulcano Etna, ai Monti Peloritani fino al mare e a alle coste da favola.
A Palermo, proprio perché prendo spunto da questo mio pezzo sui nuovi ritrovamenti, potrete trovare universi e culture tra le più composite, testimonianze architettoniche e artistiche sulle tante vicende siciliane.
In questa città è custodita una ricchissima “raccolta” di presenze pre musulmane, islamiche, normanne, sveve, rinascimentali, barocche. Indico proprio Palazzo dei Normanni (link Fondazione Federico II), inserito nei siti del Patrimonio dell’Umanità Unesco nell’ambito dello scenario sotto tutela Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale (link). Ma c’è tantissimo altro da ammirare in città.
Edificio prezioso il Palazzo Reale, non solo per i piani in superficie, le splendide stanze e i saloni, la celebre Cappella Palatina (solo per fare un esempio di pregio artistico globale), elementi che già da soli rappresentano diverse stratificazioni storiche a testimonianza di culture e tendenze susseguitesi nei secoli.
L’antico edificio regala suggestioni anche nella struttura complessa e stupefacente che è compresa tra i livelli appena in superficie e sottoterra: le Mura puniche (circa V secolo a.C.) e di epoca romana sotto le le Sale Duca di Montalto, le cosiddette segrete, la prima elevazione della Residenza durante la dominazione araba nel IX secolo dando l’originaria struttura al Palazzo che potete ammirare e visitare oggi.