La forza della parola… nel bene e nel male: “La lingua unn’avi ossa ma rumpi l’ossa”

Come ebbi modo di scrivere anni fa, esistono diversi personaggi che la tengono sempre in esercizio, la lingua. Spesso la usano non a fin di bene e in maniera poco signorile.

Poi c’è chi invece la usa con parsimonia, la lingua, ma quando lo fa è con maestria spezzando anche le ossa ai primi… con signorilità e apertamente.

“La lingua unn’avi ossa ma rumpi l’ossa”.

“La lingua non ha ossa, ma rompe le ossa”.

L’originale in Siciliano e la sua trasposizione in Italiano

In pratica, è una modalità isolana e condensata per il biblico (Siracide 28:16, 17, 18) “Chi dà retta alle chiacchiere non avrà più pace nemmeno in casa sua. Se una frusta ti colpisce, ti lascia il segno sulla pelle, ma se ti colpisce la lingua, ti spezza le ossa. La spada uccide tante persone, ma ne uccide più la lingua che la spada“, anche se non ne è una traduzione completa ed esatta, anche nel pensiero.

La forza della versione siciliana rende con maggiore intensità il concetto, il fatto che le parole e la lingua, nel bene o nel male, possono colpire, anche con molta durezza: tagliano/lacerano sì come la spada, ma spezzano le ossa come fa la frusta nel testo del Libro del Siracide. Il proverbio siculo è omnicomprensivo, un concentrato di durezza, sugli effetti della lingua. Bisogna entrare appieno nello spirito siciliano (e conoscerlo).

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