Il rinnovato Museo di Castello Grifeo a Partanna: racconto per immagini di un prezioso bene di Sicilia

È stato uno splendido momento che ha suscitato ricordi, tanti. Sono passati 14 anni e sei mesi dalla prima inaugurazione del Museo di Castello Grifeo il 28 dicembre 2007. Adesso l’esposizione archeologico-storica è stata ripresentata il 28 maggio 2022, rinnovata: resa al meglio la valorizzazione dei reperti, cambiato il percorso di visita per renderlo più funzionale e chiaro. Il tutto grazie al progetto del direttore del Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria (da cui Castello Grifeo dipende come area siciliana dei beni culturali).

In questo articolo le immagini a corredo sono state scattate per il 90 per cento da Giuseppe Minaudo. Le rimanenti sono mie tranne una foto inviata dal dottor Antonino Zinnanti (assessore comunale a Bilancio e Finanze, Patrimonio Comunale, Innovazione Tecnologica) che mi ritrae nella Sala dell’Archivio Grifeo.

Nel 2007 la rappresentanza di Famiglia era bella folta. In questo 2022 ero solo, anche per l’organizzazione improvvisa dell’appuntamento. La mia presenza era anche un tributo rivolto a mio zio Enrico Grifeo, fratello maggiore di mio padre, zia Lina sua moglie, mio zio Sergio Grifeo, ex segretario generale della Regione Sicilia e altro fratello di papà, mia cugina Teodora, mio cugino Giuseppe, mio omonimo nonché musicista di Jazz sperimentale che tenne anche un concerto nella Corte principale del Castello, mia cugina Sabrina, uno dei massimi esponenti dell’universo Yoga in Italia. Tutti avevano avuto modo di visitare questo Castello che ha ospitato per circa 900 anni chi ci ha preceduto. Tutti con l’intenzione di valorizzare questo patrimonio per esaltare il territorio, farlo conoscere alla gente del XXI secolo insieme alle sue usanze, particolarità e ricchezze culturali.

Affollatissimo l’evento del 28 maggio, molti sindaci della Valle del Belìce, molti cittadini di Partanna e degli altri centri urbani dell’area. A rimarcare il valore e l’importanza della Storia, delle storie, del Patrimonio culturale, Nicola Catania, sindaco di Partanna, Alberto Samonà, assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana.

Chiudo qui con le parole. Che siano le immagini da sole a descrivere. Per particolari sull’esposizione raccontata basta andare al mio precedente articolo (link). Aggiungo solo che la raccolta custodita nelle sale del maniero partannese comprende oggetti e testimonianze del Paleolitico e del Neolitico coprendo un intervallo di tempo che inizia da 180.000 anni prima di Cristo. Reperti fossili del Pleistocene, animali da tempo scomparsi in Sicilia come cervi, elefanti, ippopotami che testimoniano come le terre emerse di allora consentivano un passaggio con le terre d’Africa. Poi la presenza dell’uomo tra i 40.000 e i 10.000 anni fa, i rifugi e le sepolture scavate nella roccia, gli utensili in pietra, selce e osso, l’Età del Bronzo, il “Cranio trapanato” risalente a circa 3.000 anni fa, evidenza di pratiche magico-terapeutiche di interventi anche invasivi alla testa. Infine, dipinti dal 1500 in poi.

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