Tell Al-Tawbah, la Collina del Pentimento, la moschea Nebi Yunus del Profeta Giona e il Palazzo Reale di Ninive: in Iraq nuove scoperte archeologiche d’epoca assira

Quando le missioni archeologiche indagano tra africa e medio oriente si trovano ad andare sempre più nel profondo, verso le radici più antiche della storia umana. Da 18 anni una missione tedesca si trova in Iraq dove nomi antichi si intersecano in un intreccio tra religioni e storia. Tell Al-Tawbah, la Collina del Pentimento, la moschea Nebi Yunus del Profeta Giona e il Palazzo Reale di Ninive: in Iraq nuove scoperte archeologiche d’epoca assira e dell’Impero assiro.

Primo protagonista della ricerca archeologica nel sito è il professore Stefan Mario Maul (link), noto assirologo tedesco, vincitore del Premio Gottfried Wilhelm Leibniz, a capo del Centro di Ricerca dell’Accademia delle Scienze di Heidelberg per l’Edizione di testi letterari cuneiformi di Ashur (link), coordinatore del progetto accademico chiamato Assiria Research Center, finanziato dall’Accademia delle Scienze di Heidelberg. La missione a Tell Al-Tawbah è diretta proprio da Maul.

Tra settembre e l’inizio di ottobre 2022 il l’orientalista tedesco ha annunciato nuove scoperte dal sito archeologico iracheno.

Una premessa doverosa: tra il 2014 e il 2017 questo, come altri siti archeologici nel governatorato di Ninive, è stato danneggiato e depredato dai gruppi terroristici dell’ISIS. In fondo a questa pagina ho inserito un capitolo riassuntivo sulla storia assira.

La missione archeologica a Tell Al-Tawbah viaggia a doppio binario, se cosi posso scrivere.

Da una parte si concentra sulla rilettura dei testi cuneiformi a contenuto letterario scoperti nella città di Ninive. Dall’altra c’è il lavoro sul campo e qui gli specialisti hanno identificato tutta una serie di caratteristiche del piano architettonico che identificano meglio il palazzo assiro trovato sotto le macerie della moschea Nebi Yunus.

Tra questi nuovi elementi anche una sala del trono, una delle più grandi dell’impero assiro, lunga 54 metri e larga 18. In questo antico e solenne ambiente, lungo il lato nord-ovest, è stata rivenuta una piattaforma di pietra, quella in cui il re assiro saliva per prendere posto sul trono e concedere udienza ai ministri, agli alti funzionari e agli ospiti importanti.

Come sottolineato da Mario Maul, proprio questa piattaforma potrebbe essere identificata con il luogo in cui il profeta Giona incontrò il re assiro quando giunse a Ninive, città della dea Ishtar, riuscendo a guidare il re e gli abitanti della città ad adorare l’unico Dio.

Con ottime probabilità, dice l’archeologo, questo è il motivo per cui i residenti della città di Mosul diedero alla collina il nome di Tell Al-Tawbah-Collina del Pentimento. In questo sito si incrociano spiritualità, storia delle religioni e storia degli uomini.

Il Libro di Giona è contenuto nella nella Bibbia ebraica, la Tanàkh - nell'Antico Testamento il profeta è menzionato nel II Libro dei Re - e in quella cristiana.
Il profeta Giona è raccontato anche nel Corano (come Yûnus nella decima sūra), sempre come figlio di Amittai e presente a Ninive a predicare la parola di Dio. Anche nel testo islamico Giona, che è tra gli Inviati di Dio, finisce inghiottito da un grande pesce (ricordate la balena che inghiotte Giona?). Nella sūra 21, Giona è citato col nome di Dhu al Nun che sta per Uomo della Balena. Sempre nel Corano, la sūra 37 narra che Giona riuscì a convertire gli abitanti di Ninive.
Per datazione nelle Scritture e accostamenti/rimandi a coevi personaggi storici e regnanti, resta ancora molto dubbia l'identificazione temporale esatta del viaggio di Giona a Ninive: il II Libro dei Re colloca questo profeta come contemporaneo di Geroboamo II-ירבעם השני o יָרָבְעָם, yarobh`am, quarto Re di Israele (782 - 753 a.C. circa)... però nell'VIII secolo prima di Cristo Ninive non era capitale dell'Assiria e non aveva un Sovrano.

Tornando all’archeologo Stefan Mario Maul, questi ha sottolineato che gli archeologi hanno trovato molti pezzi di mattoni smaltati che riportavano la decorazione tipica con il fiore assiro usato per adornare le pareti del palazzo ed erano a forma di dentellature sopra le pareti dell’edificio. Tra i resti anche pezzi di mattoni con iscrizioni reali in cuneiforme, scritte che narrano dei re che hanno costruito il palazzo.

Nello scavo sono stati rinvenuti anche pezzi d’oro di fattura egiziana faraonica a forma di testa di scettro o di sigillo a forma di anello: l’ipotesi più veritiera è che siano arrivati nel Palazzo di Ninive come tributo o bottino raccolto in Egitto dal re assiro Esarhaddon.

In più, pannelli di pietra scolpita con figure femminili sui lati anteriore e posteriore, rinvenimento quasi unico visto che è cosa molto rara nell’arte della scultura assira.

Gli scavi hanno rivelato grandi ambienti con pareti decorate grazie a pannelli di pietra che recavano incise sul retro iscrizioni cuneiformi: menzionano i nomi dei costruttori del palazzo o del re che ha ristrutturato questa parte dell’edificio reale.

Gli assiri e il loro impero

Quando ci si riferisce all’Assiria bisogna tornare indietro di oltre 5.000 anni. Il territorio originario di questa civiltà, che poi si trasformò in un potente e duro impero, non aveva una sua uniformità culturale, ma vide i primi insediamenti omogenei nel terzo millennio a.C. grazie a una popolazione di nomadi semitici occidentali che decise di stabilirsi in zona. Erano gli Amorrei, in Lingua sumera 𒈥𒌅-MarTu e in antico Egiziano Amar.

L’area è confinante con i limiti settentrionali della Mesopotamia e si trova nella parte Nord di quello che sarebbe diventato l’attuale Iraq, quindi la sezione più a settentrione del fiume Tigri delimitata dal Monte Zagros e dal massiccio dell’Armenia.

Non posso dilungarmi troppo nella descrizione di un’area così ricca di fatti e storia, quindi semplifico.

Passarono i secoli, la popolazione locale ebbe a che fare con domini e imperi nascenti tutti intorno, prima di tutti l’area di influenza sumera che era loro precedente con le sue città-stato (per esempio le città di  Eridu, Uruk e la più settentrionale in zona assira Tepe Gawrae a nord est dell’attuale Mosul) dove fu inventata della scrittura cuneiforme, quindi il Regno di Sargon di Akkad (dal 2334 al 2193 a.C. circa) chiamato anche Sargon il Grande, primo imperatore della storia conosciuta.

Dopo ancora il dominio babilonese e il conquistatore, il Re Hammurabi, ma anche il successivo Regno dei Mitanni sotto la guida del Re Shaushtatar (XV secolo a.C.) che assoggettò l’Assiria, solo per citarne un paio. Lo stesso impero-Commonwealth egiziano arrivò molto vicino alla regione assira.

Poi, dal IX al VII secolo a.C. gli assiri ebbero il loro momento di gloria e di massima ascesa riversandosi prepotentemente oltre le loro frontiere naturali.

Con grande forza e spietatezza questo Regno evolutosi dalla primitiva forma di varie città-stato dotandosi di una capitale, l’antichissima Assur, divenne Impero: l’inizio dell’espansione avvenne con il Re Tiglat-Pileser I (1115-1076 a.C.) che sconfisse i Mushki-Meshech, prese la strategica area della città di Karkemish giungendo fino alla Fenicia conquistandola e affacciandosi così sul Mediterraneo.

L’Assiria poi attraversò due secoli incerti per debolezza amministrativa, per incursioni di altre popolazioni, ma con il Re Adad-Nirari II (911-891 a.C.) l’Impero fu riportato all’ordine e consolidato senza espandersi, inglobando solo Babilonia. Col Re Assurnasirpal II (883-859 a.C.) prese vita l’espansione vera e propria, spesso portata avanti con metodi spietati (oltre ai massacri, soprattutto dei ribelli, torture e punizioni oltre che applicate venivano ben “pubblicizzate”): Calach-KalhuNimrud divenne Capitale. Ma non fu solo lei la capitale: c’era anche l’antica e appena più settentrionale Ninive, in accadico 𒌷𒉌𒉡𒀀-Ninua, sulla riva orientale del Tigri proprio di fronte all’attuale Mossul.

Alla fine l’Impero Assiro conquistò tutto il Medioriente, una parte dell’Anatolia, la Mesopotamia e pure l’Egitto, almeno nella parte centrosettentrionale del corso del Nilo. Basta nominare i Re Salmanassar III, Tiglatpileser III (conquistatore della Filistea e invasore di Israele), Salmanassar V (mise a ferro e fuoco la Samaria visto che nel 725 a.C. Israele si era alleata alleò con l’Egitto con intento anti assiro), Sargon II (che invase nuovamente Samaria, distrusse il Regno di Israele causando la diaspora), suo figlio Sennacherib (che innalzò Ninive a sua capitale, distruttore di 46 città rivoltose, fece saccheggiare e incendiare Babilonia allagandone le campagne ma, per qualche pestilenza che colpì la sua armata, dovette rinunciare a prendere Gerusalemme).

Dopo il succedersi di altri sovrani ecco l’apice dell’Impero col Re Assurbanipal (669-627 a.C.) che, dopo vari tentativi inizialmente riusciti ma poi falliti dai predecessori, riuscì a prendersi definitivamente l’Egitto arrivando pure a saccheggiare l’antica capitale e metropoli Tebe, “La Città dalle cento porte”. Con la morte di questo Sovrano, ecco la crisi definitiva, l’Impero crollò a pezzi resistendo nel suo ultimo nucleo con capitale Carre, ma non per molto, solo  fino al 609 a.C.: primo grave colpo, l’armata assira capeggiata dal Re Ashur-uballit II fu distrutta dalle forze alleate di Medi e Caldei; l’ultimo atto avvenne con la morte del Re Sin-shar-ishkun durante il saccheggio di Ninive nel 612 a.C. a conclusione di un assedio durato circa tre mesi portato avanti dall’esercito congiunto Medi-Caldei appoggiati probabilmente da truppe scite.

La caduta della città rappresentò un momento di grande risonanza per l’epoca visto che l’immensa e ricchissima metropoli godeva della stessa considerazione di Babilonia, poteva vantare un’origine antichissima databile dai suoi primi insediamenti del III Millennio a.C. ma anche alla tarda preistoria per le remotissime popolazioni che trovarono in questi luoghi un habitat perfetto per vivere e prosperare.

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