I 60 reperti archeologici riportati dagli USA, trafugati dal Sud Italia: trafficanti italiani, mercato internazionale e altri protagonisti (negativi e positivi)

Tra collezioni private e musei importanti, negli Stati Uniti erano parecchi i compratori di quanto era stato il frutto di saccheggi in aree archeologiche italiane. I 60 reperti archeologici riportati in Italia (link) e presentati il 23 gennaio 2023 nella Sala Spadolini del ministero della Cultura, portano con loro le firme di acquirenti, tombaroli, ladri di opere d’arte, trafficanti italiani connessi al mercato internazionale, mercato occulto e illegale naturalmente.
Risultato ottimo, l’ennesimo recupero ma non l’ultimo (altre indagini in corso), una momentanea conclusione che ha messo in evidenza un punto che riguarda la necessaria collaborazione internazionale: Angelantonio Racanelli, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Roma, ha sottolineato la disponibilità e l’affiancamento degli USA, dimostratisi ben superiori rispetto a quelli di alcuni paesi europei (sembra assurdo, ma è così) che, in alcuni casi, sono arrivati e arrivano persino a rallentare l’opera di recupero di beni culturali italiani.

Tornando agli ultimi ritrovati pezzi del nostro passato, uno degli acquirenti è uno statunitense, celebre finanziere newyorkese, noto per essere anche uno dei più grandi collezionisti d’arte antica del mondo. Il personaggio aveva nella sua privata collezione una parte di questo bottino insieme ad altri reperti frutto di commercio clandestino. Adesso non potrà più portare avanti questa sua passione: ha il divieto assoluto di acquistare antichità.

Protagonisti positivi invece, grazie alle loro indagini e professionalità, i Carabinieri TPC-Tutela Patrimonio Culturale, sempre più spesso chiamati i Carabinieri dell’Arte.
Operazione conclusa grazie al lavoro e al contributo tecnico-scientifico degli esperti del ministero della Cultura e all’aiuto di quello degli Esteri.
Sempre tra i protagonisti positivi, l’archeologa Federica Pitzalis, funzionaria del MiC, presente alla conferenza del ministero della Cultura, i militari del Carabinieri TPC con il generale di Brigata Vincenzo Molinese che è il loro comandante e il colonnello dei Marine Matthew Bogdanos, statunitense di origine greca, viceprocuratore del District Attorney’s Office di Manhattan: Bogdanos, accertati gli illeciti grazie a questa collaborazione con l’Italia, ha disposto i sequestri.

A fare gli onori di casa per la conferenza di presentazione, Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura. Con gli altri al tavolo dei relatori anche Christina Tomlinson, ministro consigliere per gli affari pubblici dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma.

L’attività d’indagine è stata supportata dagli accertamenti fotografici eseguiti dal personale della Sezione Elaborazione Dati del Comando TPC e in questo rientra la Banca Dati Leonardo dei nostri militari, ricchissima fonte di opere d’arte antica e di secoli successivi, tele, sculture, oggetti, un’enorme mole di voci, preziosi oggetti trafugati, rubati, segnalati come di provenienza sospetta. Un repertorio di dati che, come sottolineato da Racanelli, conta circa 6 milioni di voci riguardanti beni culturali censiti (tra immagini, schede, segnalazioni ecc).

Alcuni dei reperti trafugati erano da anni anche in un importante museo, il Metropolitan di New York che, però, non era consapevole della provenienza illecita dei pezzi: bisogna considerare che i reperti devono essere accompagnati da documentazione esatta sulla lecita provenienza e corretta commercializzazione/esportazione; può capitare che falsa documentazione sia ben congegnata e artefatta. Una verifica in più da parte del museo sarebbe stata la benvenuta prima di comprare questi oggetti reputandoli legalmente in commercio.

Il museo statunitense si è dichiarato estraneo agli illeciti che hanno portato questi reperti in esposizione nelle sue sale, alcuni persino da più di quarant’anni. Non è la prima volta che accade, un andamento dei fatti che si è ripetuto più volte, come accertato dalle indagini degli ultimi 16 anni circa (a questo link i particolari).

La restituzione del Metropolitan Museum of Art di New York all’Italia, come è stato sottolineato dal New York Times, segue quello del Getty Museum di Los Angeles riguardante la restituzione al nostro Paese di un famoso gruppo statuario della Magna Grecia, Orfeo e le sirene, sempre esportato illegalmente (link all’articolo per le foto, un video e per la descrizione).

Secondo gli inquirenti, sottolineano dall’Agenzia ANSA e dalle colonne di testate statunitensi, otto dei reperti recuperati sono entrati nelle collezioni del museo di New York grazie a Gianfranco Becchina, citato e raccontato durante la conferenza stampa dal sottosegretario Vittorio Sgarbi: si tratta di un mercante d’arte siciliano con una galleria in Svizzera, uomo che in passato è stato al centro di diversi processi in Italia, ma libero per decorrenza dei termini.

Tra gli oggetti appena presentati al ministero della Cultura, trafugati e messi in vendita sul mercato illecito, anche un affresco dell’area di Ercolano o Pompei raffigurante Ercole fanciullo con serpente del I secolo dopo Cristo.
E ancora, una colossale testa marmorea di Atena datata al 200 a.C. del valore di tre milioni di dollari e una kylix etrusca in terracotta attribuita al Pittore di Villa Giulia, realizzata intorno al 470 a.C., che il Met acquistò nel 1979 dalla galleria di Becchina a Basilea.
Un altro pezzo, una statuetta in terracotta di una dea, databile al 400 a.C., era stata venduta nel 2000 da Robin Symes. Chi era questo personaggio? Era un collezionista britannico coinvolto in un famoso episodio di ricettazione, la vendita della statua (2,37 metri d’altezza) raffigurante la cosiddetta Venere di Morgantina, proveniente da uno scavo clandestino vicino Aidone in provincia di Enna. L’antica opera fu acquistata nel 1988 dal Paul Getty Museum di Malibù per 18 milioni di dollari: nel 2007 fu firmata l’intesa per il ritorno entro il 2010 della statua dal Getty all’Italia. La felice conclusione avvenne: dopo la condanna – nel 2001 – del ricettatore ticinese Renzo Canavesi che dal trafugamento l’aveva venduta, appunto, al mercante internazionale Robin Symes; dopo analisi petrografiche compiute dallo stesso museo statunitense sul reperto (confermando la provenienza da Morgantina); dopo indagini e pressioni anche diplomatiche (link documento).

Matthew Bogdanos ha detto all’ANSA chesi indaga sulle persone, non sui musei”, aggiungendo che tra gli altri mercanti d’arte nel mirino degli inquirenti c’erano il famigerato Giacomo Medici e un altro commerciante di antichità italiano, Pasquale Camera.

Piccola parentesi - Matthew Bogdanos è ideatore e realizzatore della prima unità statunitense per il traffico di antichità.
Lavorava al ristorante greco della sua famiglia, è un ex pugile dilettante dei pesi medi, è entrato nei Marines degli Stati Uniti a 19 anni. Nel 1988 ha lasciato il servizio attivo per entrare nell'ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan, è tornato in servizio attivo l'11 settembre e si è schierato in Afghanistan dove ha ricevuto una stella di bronzo per azioni contro al-Qaeda. Si è poi schierato in Iraq dove ha ricevuto una medaglia nazionale per le scienze umane dal presidente Bush per aver aiutato a recuperare più di 6.000 tesori di quella Nazione.
Dal 2010, ha guidato il recupero di oltre 4.500 antichità inestimabili rubate da più di una dozzina di paesi, tra cui decine di milioni di dollari di antichità straordinarie che sono state rimpatriate in Grecia. Dalla Columbia University, Bogdanos ha conseguito una laurea in giurisprudenza, un master in lettere classiche e un riconoscimento in diritto internazionale, nonché un master in studi strategici presso l'Army War College. Ha anche ricevuto numerosi premi e scritto un libro, “Thieves of Baghdad” (Ladri di Baghdad), i cui diritti d'autore sono donati al Museo Nazionale dell'Iraq.

La presentazione del recupero al ministero della Cultura

“Il rimpatrio di questi beni culturali non è solo segno di legalità e di riappropriazione di storia del territorio, ma è il riaffermarsi anche della ricerca scientifica: questi sono beni preziosi dal punto di vista dello studio – ha detto l’archeologa Federica Pitzalis – L’affresco da Ercolano che raffigura Eracle mentre uccide il serpente, è un’opera che fa parte di quelle pitture che sono prese di mira dai predatori. La testa marmorea di Atena, priva dell’originario elmo e del corpo, è di età ellenistica, parte di una statua monumentale. La kylix etrusca in terracotta, proveniente dall’Italia meridionale, probabilmente Sicilia, risalirebbe al secondo quarto del II secolo a.C. e raffigura una donna all’interno, mentre nella parte esterna vi è rappresentato il mito della dea Eos. Il busto in bronzo ha tratti peculiari, è del I secolo a.C o forse del I secolo dopo Cristo, probabilmente in origine era parte di una statua completa. C’è un mondo da scoprire, accertamenti e analisi. Le potenzialità scientifiche sono numerose. Molto si andrà approfondendo grazie al lavoro di specialisti e scienziati”.

“L’articolo 9 della Costituzione parla della tutela del patrimonio della nazione – ha detto Gennaro Sangiuliano, ministro alla Cultura – Tutelare il patrimonio della nazione vuol dire anche evitare che le nostre opere vengano depredate e portate all’estero senza le necessarie autorizzazioni. Il recupero del patrimonio culturale è uno dei doveri del mio ministero, opera che intendo portare avanti con determinazione. La certezza del diritto è segno di civiltà e vi rientra questo recupero. La diplomazia dell’arte è importante come è importante tutelare il copyright come diritto d’autore. Noi, giustamente, condanniamo l’aggressione di una nazione a un’altra come un’aggressione a una civiltà e a un popolo. Allo stesso modo ci vuole civiltà nel tutelare i beni che appartengono a un’altra nazione. Dobbiamo garantire la certezza del diritto anche in questo ambito. Quello che presentiamo oggi è il risultato di un’attività corale di cooperazione internazionale, ma molto resta ancora da fare su questo fronte”.

Abbiamo portato a termine un’importante operazione grazie alla preziosa collaborazione italo-americana. La cooperazione tra le magistrature dei due Paesi ci ha consentito di ottenere un risultato di storica portata. Ma le indagini sull’arte non finiscono mai”, ha voluto sottolineare il generale Vincenzo Molinese che ha posto l’accento sull’azione dei Carabinieri TPC, unione di tradizione e innovazione nelle indagini.

“Oggi celebriamo il ritorno a casa di questi beni che fanno parte di un grande patrimonio condiviso – ha raccontato Matthew Bogdanos, viceprocuratore del District Attorney’s Office di Manhattan – Nella nostra azione portata aventi negli Stati uniti abbiamo individuato e sequestrato in totale 4.500 oggetti d’arte per circa 300 milioni di dollari in valore, rubati e trafugati da 25 paesi diversi. Solo il recupero di reperti italiani ammonta a 500 reperti per circa 55 milioni di dollari dopo aver compiuto 75 perquisizioni. L’operazione mi ha permesso di lavorare con giganti come i Carabinieri TPC, in particolare Angelo Ragusa che conobbi quando eravamo ben più giovani in Iraq, uomo che continua ad avere la stessa passione, energia e fuoco dentro, poi i grandi esperti dell’Arte come Giuditta Giordani che fa parte del mio team e ha una grande esperienza, poi ottimi archeologi esperti come Federica Pitzalis e Sara Neri”.

Sulla questione intercettazioni e loro possibile limitazione, è intervenuto il sottosegretario Sgarbi: “È evidente che non si può immaginare di escludere le intercettazioni che riguardano il campo delle opere d’arte trafugate. Voglio augurarmi che il ministro Nordio abbia una visione più ampia, che inglobi anche questo campo oltre a quello del terrorismo e della mafia tra i settori in cui vanno mantenute”.

L’attività 2022 dei Carabinieri TPC-Tutela Patrimonio Culturale

Durante la conferenza ne ha parlato il generale Molinese e il Nucleo TPC ha diffuso dati. Sono numeri ancora non definitivi sull’e operazioni totali del 2022, ma danno già un’idea del tipo di azione e della sua quantificazione.

I Carabinieri TPC hanno fatto  217 verifiche sulla sicurezza in musei, biblioteche e archivi, 381 perquisizioni, 971 le persone denunciate, 74.748 i beni archeologici e paleontologici recuperati e 1.227 opere false sequestrate (con un valore, qualora immesse sul mercato come autentiche, di oltre 85 milioni di euro).

Naturalmente non si ferma l’azione di chi saccheggia il patrimonio culturale italiano.

I furti di beni culturali sono stati complessivamente 288 da suddividere in: musei 10, luoghi espositivi 51, luoghi di culto 123, archivi 14, biblioteche 13, luoghi privati e pertinenze 77.

Sono stati 31.672 i beni d’arte controllati nella “Banca Dati Leonardo” e 1.419 i controlli alle aree archeologiche terrestri e marine, alcuni in collaborazione con i Carabinieri del Raggruppamento Aeromobili o dei Nuclei Subacquei, 64 le persone denunciate per scavo clandestino.
Sempre nel 2022 sono stati 2.088 i controlli su esercizi antiquariali, in parte svolti online anche su cataloghi d’asta, mentre altre 678 verifiche sono state portate avanti in mercati e fiere.

Dall’inizio del 2022 i Carabinieri TPC hanno effettuato 1.584 controlli in siti monumentali o paesaggistici (questi ultimi d’intesa con il comparto Forestale dell’Arma), rilevando attività illecite e procedendo al deferimento di 124 persone e al sequestro di immobili e tra aree paesaggistiche o strutture (edificate senza le previste autorizzazioni) che erano in aree soggette a vincolo.

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