Tornare nel passato, immaginarsi nel mezzo di antiche civiltà non significa solo ricreare nella mente edifici, templi, strade, città. Ci sono stati anche eventi astronomici che hanno segnato tempi lontani. A questo punto immaginate di essere sulla Terra il primo maggio dell’anno 1006 d.C. Apparve in cielo una stella luminosissima, così brillante da essere visibile anche durante la mattinata e per molti giorni. I nostri avi non lo potevano sapere, ma quella era la manifestazione di una supernova esplosa lontanissima nello spazio.
Fu osservabile chiaramente per settimane. Dopo alcuni mesi scomparve del tutto. Ne parlarono cronachisti europei, musulmani, cinesi e giapponesi. Al suo massimo splendore era molto più luminosa di Venere. L’astronomo, medico e astrologo egiziano Ali Bin Ridwan ne fece la descrizione più accurata di tutti e la scrisse nel suo suo Commentario sull’opera Tetrabiblos dell’astronomo e geografo greco Claudio Tolomeo.
Tanto lontana era la supernova, oggi etichettata SN 1006, che la luce della sua esplosione aveva viaggiato circa 7.000 anni attraverso lo spazio prima di riuscire a farsi vedere sulla Terra.



L’attuale immagine del disastro stellare mostra i resti di quel cataclisma. È una sorta di bolla un po’ schiacciata in espansione, immensa, dal diametro di circa 60 anni luce (!).
L’osservazione è stata fatta con rilevatori/spettrometri a raggi X puntati sull’intero guscio-residuo della supernova SN 1006. I dati sui raggi X sono stati acquisiti dall’AXAF CCD Imaging Spectrometer (ACIS) del Chandra X-ray Observatory.
L’anno del Signore 1006
In quell’anno nacque Costantino X Ducas-Κωνσταντίνος Ι΄ Δούκας che sarebbe diventato imperatore di Bisanzio.
Costantino era figlio di Andronico Ducas, nobile della Paflagonia (fra la Bitinia, la Galazia, il Ponto e il Mar Nero), stratigoto (governatore) della Mesia, territorio che comprendeva aree a sud del percorso del Danubio, le attuali Serbia e Bulgaria, parti della Macedonia del Nord.

Nel 1006 nacque anche Sancha Sánchez di Castiglia, figlia di Sancho Garcés conte di Saldaña e di Castiglia e sempre in contrasto con il califfo di Cordova appoggiando poi gli Omayyadi nella rivolta contro il califfo Muḥammad II (alla fine sconfitto e spodestato). La contessa Sancha Sánchez sarebbe andata in sposa a al conte Berengario Raimondo I, Conte di Barcellona.
Nello stesso anno vide la luce pure Goffredo II d’Angiò o Goffredo Martello, conte di Vendôme, conte di Angiò e conte di Tours, figlio del conte d’Angiò Folco III Nerra detto “il Nero”.
Nacquero pure figure importanti per il mondo religioso come Ísleifur Gissurarson, primo vescovo d’Islanda.
Nell’universo musulmano, a Herat nacque il mistico persiano Abd Allah Ansari-خواجه عبدالله انصاری, appartenente a una famiglia che discendeva dagli ansar, coloro che a Medina accolsero Maometto in fuga da La Mecca.
Nascere nell’anno della stella brillante portò fortuna?
Non molto…
- Sancha Sánchez di Castiglia morì a vent’anni;
- Goffredo d’Angiò arrivò a 54 anni: guerreggiò fino al 1058 con alterne fortune (più negative che positive), poi fu assediato nel castello di Samur, ma l’assediante, suo figliastro, Guglielmo VII, duca di Aquitania e conte di Poitiers, morì di dissenteria proprio durante l’assedio (questa fu per Goffredo una bella fortuna). Nel 1960 Goffredo si ammalò ritirandosi a vita privata lasciando i suoi titoli ai nipoti. Morì poco dopo.
- L’Imperatore Costantino X Ducas visse 61 anni. A capo dell’Impero non seppe mantenere l’organizzazione militare e la difesa dei territori, delegò molte competenze – sbagliando – tra i figli più grandi Michele e Costantino oltre che con il fratello Giovanni. Per parare la crisi e gli assalti ai confini ecco che decise l’arruolamento di mercenari, ma questo sancì praticamente la fine dell’ossatura militare bizantina, quella costituita dagli agricoltori-soldati. In Italia perse i territori che erano sotto il dominio bizantino, Reggio di Calabria, Taranto, Matera e Otranto tranne Bari, tutti conquistati da Roberto d’Altavilla o il Guiscardo, detto Terror Mundi. Nei Balcani gli Ungari conquistarono Belgrado, i Cumani misero a ferro e fuoco la Macedonia fino a Salonicco.
L’imperatore morì debole e malato il 22 maggio del 1067. - Abd Allah Ansari fu quello che sopravvisse più a lungo arrivando alla veneranda età di 82 anni. Grande studioso, letterato, molto attivo contro tutte le eresie, contro le influenze dei filosofi e letterati greci perché, secondo le sue parole, non c’è altra via di conoscenza del divino oltre il Corano e gli Ḥadīth che “hanno già detto tutto”. Sua l’opera in 100 capitoli più uno (sull’amore, aggiunto da un suo studente) “Le cento pianure dello spirito”, testo fondamentale della ultra tradizionalista Scuola giuridica-religiosa islamica hanbalita contraria a qualsivoglia forma di intromissione della ragione umana, ritenuta soggettiva, nell’interpretazione del Corano e della Sunna.
Quel che oggi riusciamo a vedere della stella esplosa
Passando dalla storia all’astronomia c’è da fare una premessa. Da quell’anno 1006, quando l’esplosione apparve sui cieli della Terra, sono passati 1.017 anni. Oggi, osservando lo spazio in quello stesso punto con un telescopio adatto, si nota ciò che è rimasto mille anni dopo l’esplosione.
Considerate però che è un’illusione.
Dovete ricordare che la luce (quindi ogni immagine) ci mette 7.000 anni per arrivare a noi dal luogo dello spazio dove avvenne il cataclisma stellare.
Se fosse possibile viaggiare istantaneamente fino a quell’area, vedremmo una situazione del tutto diversa da quella osservabile dalla Terra.
Perché SN 1006 esplose?
In origine era una stella classificata come nana bianca. Questa faceva parte di un sistema stellare binario (sistema solare con due stelle) o si avvicinò pericolosamente a un’altra stella.
A un certo punto il balletto gravitazionale tra le due stelle ha fatto sì che la nana bianca, oltre a risucchiare materiale dalla sua compagna, arrivasse forse a inglobarla. In entrambi i casi l’accrescimento di massa ed energia rese critica la situazione, la nana bianca superò il suo limite di stabilità.
Fu come aver mangiato troppo e non riuscire a digerire.
Da qui l’immensa esplosione.


Le immagini mostrano l’espansione del materiale lanciato dall’esplosione. I sensori del telescopio orbitale Chandra che rilevano i raggi X, mostrano emanazioni di un blu turbolento e scintillante con uno spazio nero attorno: sono emissioni ad alta energia.
In effetti ci sono tre diverse immagini che fanno vedere altrettante emanazioni di raggi X: a bassa, media e alta energia, colorati rispettivamente di rosso, di verde e di blu.
Lo stesso fenomeno esplosivo accade anche quando due nane bianche si fondono.
Come sottolineato dalla NASA, esaminando i diversi elementi nel campo dei residui di SN 1006 – come silicio, ossigeno e magnesio – i ricercatori potrebbero essere in grado di mettere insieme l’aspetto della stella prima che esplodesse, ma anche l’ordine in cui gli strati della stella sono stati espulsi in modo da codificare meglio i modelli teorici sull’esplosione.
Con l’osservazione del campo dei residui si è anche in grado di studiare la velocità con cui specifici nodi di materiale si stanno allontanando dall’esplosione originale.
I nodi più veloci si muovono verso l’esterno a quasi 18 milioni di chilometri l’ora, mentre quelli in altre aree si muovono a una velocità più lenta, pari a circa 11 milioni di chilometri l’ora.