Si tratta di un discorso esemplare su Archimede e sull’identità siciliana che Antonino Zichichi, celebre scienziato e fisico nato a Trapani nel 1929, tenne all’Assemblea regionale di Sicilia mentre era assessore ai Beni culturali.
Bisogna considerare che dal 23 novembre 2012 fu chiamato dall’allora presidente regionale Rosario Crocetta a ricoprire quella carica. Esperienza breve perché lo stesso Crocetta non gradì le alte considerazioni del fisico siciliano, i propositi che il presidente regionale considerava troppo teorici, tanto da fargli abbandonare il posto in giunta (27 marzo 2013).


Eppure, nel discorso che qui inserisco, sia in video (dall’account Youtube di Siciliaunotv Siciliauno) che in testo trasposto dallo stesso filmato, ci sono tutte le ragioni e il racconto di molte e annose non-azioni delle istituzioni regionali, a partire dallo svogliato ribadire le paternità culturali e l’essere – la Sicilia – luogo natale di grandi pensatori e precursori già prima della nascita di Cristo.
Il perno del discorso di Zichichi è sulla figura del grande Archimede-Ἀρχιμήδης, matematico, fisico e inventore siciliano/siracusano, uomo-scienziato-simbolo che noi stessi abbiamo tralasciato nel sottofondo delle nostre menti e che la nostra Isola non ha mai preso come emblema-icona sia a livello nazionale che internazionale. Al contrario, molte altre nazioni valorizzano in modo estremo i loro intelletti sia storici che attuali.
Quello di Zichichi sembra un pensiero, un invito così estraneo al compito di un assessore ai Beni culturali di Sicilia? Su Zichichi e sulla sua storia, rimando alla voce enciclopedica di Treccani.
Dal discorso del fisico trapanese
“È una questione di grande rilievo per noi siciliani. Quello che ha fatto Archimede è unico al mondo. Se non lo diciamo noi che la Sicilia è terra di Archimede, si pensa che a farlo siano gli altri, gli inglesi o i francesi o i tedeschi a dirlo? Nessuno lo dice. È un tema che riguarda l’identità culturale della nostra Sicilia. All’Assemblea Regionale la responsabilità di far capire a tutti che la Sicilia non è terra di mafia, ma che è terra di Archimede e che bisogna far capire a tutti cosa fece quello scienziato”.
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“Quello che ha fatto Archimede è incredibile. È l’unico uomo al mondo che dall’alba della civiltà fino al 1500 dopo Cristo, quindi nel corso di oltre diecimila anni, abbia saputo capire cose che noi non avevamo capito fino al 1929, come dire ieri l’altro”.—
“Esempio: «Datemi un punto fisso e vi solleverò il mondo». Fino al 1929 nessuna persona, incluso per esempio Albert Einstein – che non è l’ultimo degli arrivati -, aveva capito che nel mondo tutto si muove.

“Nella sua famosa Equazione dell’Universo, Einstein introdusse il Parametro Λ (Lambda) che è l’energia del vuoto (ndR: componente di energia che integra il modello cosmologico a sua volta derivato dalla relatività generale), per bloccare l’Universo: perché era convinto che le stelle fisse fossero, appunto, fisse, immobili.
Nel 1929 Edwin Powell Hubble scopre l’espansione dell’Universo. Oggi noi sappiamo che esistono cento miliardi di galassie tutte in movimento. Ogni galassia è fatta da circa cento miliardi di stelle tutte in movimento. Ma si muovono con che velocità? È pari a un milione di chilometri l’ora, come dire di andare da Palermo a New York in meno di un minuto. Allora, come mai le stelle sembrano ferme nel cielo? Sembrano fisse per la grandissima distanza e non perché siano realmente ferme”.
“Nel Mondo tutto si muove. Ripeto: non l’aveva capito nessuno dall’alba della civiltà fino al 1929, eccetto Archimede. Quando uno fa un’affermazione e questa si rivela esatta, vuol dire che ha compreso un sacco di altre cose. Di Archimede conosciamo quello che è rimasto, ma molte cose sono ancora da capire. Quel che conosciamo di lui è sufficiente per dimostrare che quest’uomo è unico al mondo per intelligenza… e noi siciliani stiamo zitti”.
“Per esempio, nessuna civiltà, in nessuna epoca, aveva capito perché le navi galleggiano: costruivano le navi senza comprendere perché galleggiavano. Arriva Archimede e dimostra perché galleggiano le navi”.
Ed ecco che si arriva al celebre e leggendario episodio di Archimede che avrebbe esclamato “èureka!”, in Greco “εὕρηκα”, che sta per “ho trovato!”. L’antico uomo di scienza lo avrebbe detto quando scoprì la legge fisica nominata come “Principio di Archimede” che riguarda appunto il galleggiamento e la spinta idrostatica: la spinta verso l’alto ricevuta da un corpo introdotto in un fluido, una forza pari al volume di fluido spostato nella sua immersione.

“Inoltre, nessuna civiltà aveva mai capito le leggi della Leva. In quella famosa battuta di Archimede «Datemi un punto fisso e vi solleverò il mondo» ci sono due cose: il primo punto, quello già detto, che tutto nel mondo si muove; secondo punto è che la Leva è quello strumento in base al quale con un piccolo sforzo possiamo sollevare un’enorme quantità di cose. Le leggi della Leva non le aveva scoperte nessuno”.
“Come se non bastasse, Archimede aveva scoperto il famoso pi grèco (π, pari a 3,1415926535…) cioè il rapporto tra la lunghezza di una qualunque circonferenza e il suo diametro. Lo scoprì con metodi che hanno dentro il calcolo infinitesimale e il calcolo integrale. Per scoprire il calcolo infinitesimale e quello integrale, dobbiamo aspettare più di 2.000 anni: Newton e Leibniz litigarono tra loro per contendersi il primato su questa scoperta. Ma prima di loro l’aveva scoperto Archimede!”.
Tra gli studi di Archimede a noi giunti (tanti ancora non rintracciati o persi): Quadratura della parabola; Della sfera e del cilindro; Delle spirali (prima definizione di moto rettilineo uniforme, di moto circolare uniforme e loro composizione); Dei conoidi e degli sferoidi; Misura del circolo (con determinazione del valore di π, rapporto tra le lunghezze di una circonferenza e del suo diametro); L'Arenario, dove Archimede intende contare il numero dei granelli di sabbia che riempirebbero una sfera con centro nel Sole e raggio fino alle stelle fisse; Il Metodo dove appare evidente l'uso da parte di Archimede per le sue ricerche di un vero e proprio procedimento di "integrazione". Inventò il paranco, la vite senza fine e la coclea o Vite di Archimede. Ma tutto questo è solo un accenno che si aggiunge ai contenuti espressi da Zichichi nel suo discorso.
“Se non siamo noi siciliani a dire queste cose, non le dice nessun altro. Come mai il Mondo riconosce all’Inghilterra, all’United Kingdom, di essere la patria di Newton? Perché gli inglesi si sono battuti per questo. E perché chiamano Newton come Newton e non Isacco? Perché affermano che l’era moderna, l’era della scienza, nasce con Newton”.
“Sbagliato! L’era moderna nasce con Galilei che loro chiamano GalileO. Invece io lo chiamo GalileI perché il cognome viene come apertura del nuovo mondo, della nuova epoca.
Gli inglesi sono bravi.Queste cose non le dico solo in questa Assemblea (ndR; il Consiglio regionale siciliano), ma l’ho detto anche alla presidenza della Accademia Inglese Reale (ndR: Reale Accademia Inglese delle Scienze) affermando che l’Enciclopedia Britannica attribuisce a Newton le prime tre leggi del modo che, invece, sono di Galilei e, in effetti, una di queste è di Archimede. Proprio Galilei, dopo un immenso numero di secoli, riprese in mano le scoperte di Archimede. Dobbiamo quindi ricordare che la Sicilia è terra di Archimede non terra di mafia”.
Oltretutto, nei miei giri nel mondo per questioni e confronti scientifici, in gran parte del nostro pianeta Archimede è considerato greco. Quando dico che è nato a Siracusa, inizialmente mi rispondono, «sì, ma dai, lascia perdere». Ma Archimede è siciliano, non è greco. Ha compreso tante di quelle cose che se fosse stato di origini diverse da quelle siciliane. è sicuro che lo saprebbero tutti nel Mondo.
Ecco per quale motivo io rinnovo la mia gratitudine alla presidenza di avermi dato l’opportunità di parlare di questo grande problema affinché l’immagine della Sicilia nel Mondo sia associata a un intelletto che nel corso di più di 10.000 anni è riuscito a capire cose mai comprese da nessuno.Solo adesso i moderni storici stanno studiando adesso come mai Archimede venne dimenticato, come mai la sua figura cadde nell’oblio per 2.000 anni… non per un giorno. La cultura di quel tempo non era in grado di capire cosa aveva fatto Archimede. E qui entriamo nell’attualità perché la cultura nostra, moderna è definita tale, ma è prearistotelica: non va al passo con le grandi conquiste della scienza […] Ecco il motivo per il quale viviamo in piena Hiroshima culturale”.
Zichichi riafferma quindi, alla fine di quel suo discorso, come a distanza di 2000 anni si riproponga il problema dello scollamento tra Cultura e le conquiste scientifiche, fattore che sta al centro delle analisi portate avanti dagli storici attuali.
Un lavoro di approfondimento con perno e cuore rappresentato dal sicilianissimo Archimede, per comprendere la non considerazione – per secoli – della sua figura come grande precursore, innovatore, scopritore scientifico.