Catania, Festa di Sant’Agata, il culmine dal 3 al 6 febbraio. Una tradizione antica che si rinnova: Sacro e profano nella Sicilia d’Oriente

Per me vivere momenti speciali, antichi, tradizionali, ha sempre avuto un’attrazione immensa. Senza distinzioni regionali o tra nazioni. Quando però tocco la Sicilia tutto si amplifica. Del resto, appartengo a quell’Isola. Dal 3 febbraio Catania tocca il culmine dei festeggiamenti per Sant’Agata, la sua Patrona.

È un tuffo nella sicilianità più pura, nelle sue profonde radici storiche e religiose, nei paesaggi fisici e umani, nella gastronomia.

Solo in tempi di Covid-19 il piano per la festa fu stravolto fino al 2022 (niente processioni) per ovvia prudenza e protezione della gente dal contagio.

Questo racconto riguarda soprattutto il mio vissuto, quello che la festa è sempre stata, quando la gente era libera di incontrarsi senza il timore di diventare una minaccia per gli altri e per se stessi.

Le mie foto ritraggono momenti degli anni scorsi.

Leggete le atmosfere che sto per descrivere e provate a immergervi in questa narrazione piena di colori, forme, parole, profumi e sapori.

Tra tutte le celebrazioni religiose del mondo, la Festa di Sant’Agata a Catania è fra il quarto il quinto posto nella classifica che riguarda la partecipazione popolare.
Quindi, è dopo dopo Santa Rosa a Lima in Perù, dopo la Settimana Santa di Siviglia (Spagna) e dopo il Corpus Domini di Cuzco (Perù). Questo era almeno fino al piombare della pandemia Covid.

In tempi pre Covid la città riusciva ad accogliere quasi un milione di nuovi, temporanei, residenti fatti di curiosi, visitatori nel periodo dal 15 gennaio al 12 febbraio, con il massimo di presenze dal 3 al 6 febbraio.

In vita mia ho avuto la fortuna di ammirare e vivere questa grande festa in alcuni dei suoi momenti massimi. Il tutto senza considerare il mio periodo da bambino quando rivestiva panni particolarmente magico-mistici: del resto gli occhi e la mente di un bambino hanno prospettive del tutto particolari.

L’evento si ripete da secoli fra esplosioni di fede, curiosità, coinvolgimento religioso/magico, nella cornice di un Barocco Siciliano catanese dominato dal nero della pietra lavica intervallata da stucchi e pietra bianchi tra loro in forte contrasto mentre delineano geometrie architettoniche arricchite da rappresentazioni artistiche.

La Festa di Sant’Àjita tra momenti vissuti e particolari curiosi

L’aeroporto di Catania si riempie di catanesi e di loro amici provenienti da tutta Italia e dal mondo. La tradizione secolare ha larvati richiami all’Egitto antico, al culto di Iside e ha pure una seconda celebrazione il 17 agosto, quando si ricorda il ritorno, nel 1126, delle spoglie della Santa da Costantinopoli.

Dall’Italia e dal resto del mondo, arrivavano turisti, fedeli e oriundi catanesi con parenti e amici al seguito. Io stesso mi sono ritrovato nel volo Roma-Catania con gruppi di catanesi residenti all’estero, chi dall’Australia o dagli USA o dalla Germania, a fare tappa prima nella città capitolina e poi proseguire con parenti e amici anche non siculi al seguito, verso la città dell’Etna.

Molti anche gli extracomunitari dell’India presenti all’evento: Sant’Agata, già popolare in tutto l’oriente, nel Paese asiatico è adorata come “Saint’Agasthya” nella città di Vijayawada, regione di Hyderabad.

In tempi non pandemici, 100.000/150.000 persone si spargevano lungo il tracciato dei cortei, a qualsiasi ora della notte e del giorno. Ricco il programma che nel passato fu sempre sempre curato e definito dal mai dimenticato Grande Ufficiale Luigi Maina, all’epoca presidente del Comitato dei festeggiamenti.

Cosa accadeva in questi giorni di celebrazione?

Il Fercolo d’argento che porta il reliquiario della Santa per le vie e le piazze di Catania.

Per le strade della città spiccano i “Divoti” o “Cittadini”, riconoscibili dalla loro tunica bianca lunga fino alla caviglia, stretta in vita da un cordone (u Saccu o Sacco Agatino), dai guanti e dai fazzoletti bianchi e dal cappellino in velluto nero.

Loro sono in migliaia. Utilizzando due lunghissime e spesse canape di almeno 130 metri ognuna, tirano per due giorni il “Fercolo” (dal latino fercŭlum) o “Vara”, un carro costruito originariamente nel 1518 dall’artista orafo Vincenzo Archifel che diede al tutto la forma di tempietto rettangolare ricco di figure e ornamenti, rivestito in argento. Opera che fu restaurata per i danni dai saccheggi del 1890 e dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, quelli del 7 aprile 1943.

Nel Fercolo sei colonne corinzie reggono la trabeazione ornata da dodici statuette a tutto tondo rappresentanti i Santi Apostoli, un preambolo alla copertura sormontata dalla croce che troneggia sul mondo, circondata dai simboli della verginità e del martirio, quindi una corona, un giglio e una palma.

Per ruote il “veicolo” ha quattro cilindri in acciaio ricoperti in gomma piena, senza capacità sterzante. Deve essere proprio sollevato/sterzato a forza di muscoli.

Non ci sono salite e discese che riescono a fermare i Devoti nel trainare e spingere il Fercolo: uno sforzo enorme e, talvolta, ci sono stati anche momenti di pericolo per loro e per la gente accalcata troppo vicina al corteo.

Il busto-reliquiario con le fattezze della dolce Santuzza (opera del 1376, argento massiccio, oro, più di 300 gioielli, realizzata dall’artista senese Giovanni Di Bartolo) e lo scrigno anch’esso in argento, con gli altri resti della Santa, sono entrambi custoditi nel Duomo di Catania per il resto dell’anno.
La corona che sormonta la raffigurazione della testa di Sant’Agata (che ne racchiude il teschio), fu donata precedentemente da Re Riccardo Cuor Leone mentre passava per la Sicilia e Catania dalla Terra Santa.

Presentazione del programma festeggiamenti 2024. Da sinistra a destra, mons. Barbaro Scionti, parroco della Basilica Cattedrale, poi monsignor Luigi Renna, Arcivescovo di Catania. il sindaco Enrico Trantino, e Carmelo Grasso, presidente del Comitato dei festeggiamenti agatini – FotoEsseNews.

Il Comitato per la Festa di Sant’Agata riorganizzato per il 2022, per la prima volta, vide al vertice una donna, Maria Agata o Mariella Gennarino, stilista e imprenditrice di moda catanese che prende il testimone da Riccardo Tomasello.

Per il 2024 ha preso forma il nuovo Comitato (link) la compagine decisionale e di coordinamento ha nuovi componenti:

  • Carmelo Grasso, presidente, imprenditore, porta il “votu” da bambino;
  • Valeria Rizzo, vice presidente;
  • Don Orazio Bonaccorsi, segretario;
  • Clara Leonardi, tesoriere;
  • Attilio Cappellani;
  • Fernanda Pontorno;
  • Walter Cerreti;
  • Maria Agata Gennarino lasciando il vertice operativo ha rivestito il ruolo di presidente emerito.

Il 3 febbraio processione per l’offerta della cera (candele) dalla Chiesa di Sant’Agata alla Fornace alla Basilica Cattedrale. La tradizione racconta che i ceri donati siano alti o pesanti quanto la persona che chiede la protezione alla Santa.
Nei fatti non sempre è così: i venditori mettono a disposizione candele della colorazione standard (giallo carico, quasi ocra), molto lunghe, ma appena più spesse di normali ceri.
Nella prima processione sono state sempre presenti le autorità di Catania, civili e religiose, le Candelore (“macchine” portate a spalla da membri delle corporazioni delle professioni) e le due carrozze settecentesche un tempo utilizzate dal Senato cittadino. E ancora, cavalieri appartenenti al Sovrano Militare Ordine di Malta, all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, solo per citarne alcuni.

Da rammentare un particolare importante: molti passaggi della Festa sono scanditi dai fuochi d’artificio. Perché? Non è solo per un normale gusto del fantastico. Questi fuochi hanno invece un profondo significato perché ricordano il martirio sulla brace subito dalla Santa e il fatto che lei vigila costantemente sulla salvezza di Catania, tiene d’occhio la lava dell’Etna, tutti gli incendi e i terremoti: invocata dai cittadini, per ben quindici volte Sant’Agata ha salvato la città dalle eruzioni, dall’anno 252 al 1886.

Per il 4 febbraio, esposizione delle reliquie e “Messa dell’Aurora” al Duomo, il tutto dalle 6 del mattino (estremamente suggestiva), celebrata anche in diretta streaming sul canale Facebook (link) e su quello di YouTube (link) dell’Arcidiocesi di Catania. Dopo quel momento, nelle annate non pandemiche e in quelle successive si dà sempre inizio alla “visita” della Santa per le vie di Catania.

Cosa sono le Candelore? Ce n’è una per ogni antica corporazione dei mestieri. Sono grandi e imponenti torri in legno dorato che simboleggiano ceri votivi. Sono di differenti dimensioni, dal peso che varia dai 500 ai 700 chili, ornate con lampade e rappresentazioni sacre. Sono portate a spalla da 8 o 12 uomini appartenenti alle congregazioni, persone che si alternano con i loro confratelli che li accompagnano lungo il percorso, uomini esperti nella “annacata”, un movimento simile a un balletto che i portatori fanno compiere alle strutture.

Cittadini, evviva Sant’Aita! Talia, ave du’ occhi ca parunu du’ stiddi è ‘na vucca ca pari ‘na rosa! Siti divoti a Sant’Aita? Cittadini, semo tutti devoti tutti?, urla un Devoto.

Cetto, cettorispondono all’unisono in centinaia sventolando il guanto o il fazzoletto bianco che trasforma vie e piazze in una marea bianca increspata come fosse schiuma di onde marine.

Mentre la Vara passa tra la folla, tutto questo si ripete per giorni con alcune variazioni.

Le specialità di gusto catanese per Sant’Agata

Tipicità gastronomiche per la grande festa? Le “Minnuzze di Sant’Ajta”, piccole cassate che riproducono il seno della Santa ricollegandosi al suo martirio (III secolo d.C.), il taglio delle mammelle appunto.

Poi le “Olivelle” o “Olivette di Sant’Agata” di semolato di zucchero, mandorle e pistacchio: queste ricordano l’ulivo che nascose miracolosamente Agata mentre era braccata dai legionari romani.

Nel panorama della tipica offerta culinaria anche le griglie mobili per arrostire carne di cavallo.

Infine, il tocco gattopardesco con le case nobili che si aprono su un universo di tavole imbandite, cene favolose, come quella al Palazzo del Barone Mario Ursino, edificio con balconi proprio su via Etnea dove passerà il corteo.

Ricorderò sempre i grandi convivi del Barone: nel salone grande del suo palazzo tra via Etnea e piazza Cavour, un trionfo di oltre trenta portate, servite in saloni con vista sui Devoti che reggono colossali ceri accesi attendendo di veder passare la processione.

E a preparare molti piatti era lo stesso Barone che ha sempre pescato nel vastissimo patrimonio delle tradizionali ricette siciliane. Un vero tuffo gattopardiano ricco di simpatia e allegria. Il classico e dorato sformato di anelletti di pasta con polpettine al ragù troneggiava sul resto, sui piatti e sui contorni nel classico agrofolce siciliano, le portate di carne e di pesce.

Poi la fine della cena tra dolci tipici, primi fra tutti cannoli, Minnuzze, torte Savoia. Da lì la lunga attesa della Santa che solo nel profondo della notte sarebbe passata sotto i balconi del palazzo salutata da fuochi d’artificio in piazza.

Aggiungo un punto importante: non sono da meno le case altoborghesi anche se l’atmosfera differisce…

Programma Festa di Sant’Agata dal 3 febbraio 2024

Nei giorni 3, 4, 5 e 12 febbraio dalle ore 8 alle ore 20,30 la Basilica Cattedrale rimarrà aperta per accogliere i fedeli che potranno partecipare alla Santa Messa.

La benedizione dei sacchi sarà impartita al termine di ogni Messa rimanendo ciascuno al proprio posto. I sacerdoti saranno disponibili per le confessioni.

  • Sabato 3 febbraio
    Ore 07,30
    e ore 10: Sante Messe nella cappella di Sant’Agata.
    Ore 12: Processione per l’offerta della cera dalla Chiesa di S. Agata alla Fornace alla Basilica Cattedrale. Parteciperanno S. E. Mons. Arcivescovo, i Capitoli delle Basiliche Cattedrale e Collegiata, il Clero, gli alunni del Seminario interdiocesano, la scuola per il diaconato permanente “Sant’Euplio”, il Prefetto, il Sindaco del Comune di Catania, il Presidente del Consiglio Comunale con i consiglieri, il Magnifico Rettore, gli Ordini Equestri Pontifici, il Sovrano Militare Ordine di Malta, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, le Autorità militari nonché i Gonfaloni della Città, della Città metropolitana e dell’Ateneo seguiti dalle storiche berline del Senato e dai Cerei. In Cattedrale solenne “Te Deum” e benedizione eucaristica.
  • Domenica 4 febbraio
    Prima dell’alba ingresso dei fedeli e devoti in Cattedrale.
    Alle ore 04,30,
    nella Basilica Cattedrale recita del Rosario.
    – Ore 05,15: esposizione delle Reliquie della Santa Patrona.
    – Ore 06:Messa dell’Aurora” celebrata da S. E. Mons. Arcivescovo. Al termine l’Arcivescovo benedirà le Corone del Rosario per la preghiera guidata dagli “Amici del Rosario”.
    La celebrazione dovrebbe essere in diretta streaming sui canali FB e YouTube dell’Arcidiocesi.
    – Dalle ore 07: in piazza Duomo riflessioni di Mons. Barbaro Scionti, parroco della Basilica Cattedrale, che insieme ai devoti darà inizio alla processione delle Reliquie di S. Agata da Porta Uzeda. Davanti all’Icona della Madonna della Lettera S. E. Mons. Arcivescovo offrirà un cero alla Santa Patrona. Davanti alla cappella del Santissimo Salvatore in via Dusmet, omaggio dell’Autorità Portuale e della Capitaneria di Porto.
    La processione prosegue per le vie Calì, piazza Cutelli, via Vittorio Emanuele, piazza dei Martiri, dove renderanno omaggio i disabili, via VI Aprile, della Libertà, piazza Iolanda. In questa piazza riflessioni del Rev.do P. Francesco La Vecchia OP, Priore dei domenicani di Catania.
    Il corteo continua per le vie Umberto, Grotte Bianche, piazza Carlo Alberto; davanti al Santuario della SS. Annunziata al Carmine omaggio dei Padri Carmelitani, riflessioni del Parroco, P. Antonino Mascali O.C.. Poi si prosegue verso piazza Stesicoro dove S. E. Mons. Arcivescovo si rivolgerà ai fedeli per il tradizionale messaggio alla Città.
    Lungo la salita dei Cappuccini e piazza S. Domenico, le Sacre Reliquie raggiungeranno la Chiesa di S. Agata la Vetere. Celebrazione dei Primi Vespri della solennità di Sant’ Agata V. M., presiede S. E. R. Mons. Giuseppe Favale, Vescovo di Conversano, anima la liturgia la comunità del Seminario interdiocesano.
    La processione continua poi per le vie Plebiscito, Vittorio Emanuele, piazza Risorgimento, via Aurora, Palermo, piazza Palestro, in detta piazza riflessioni del Rev.do Sac. Rosario Mazzola, parroco al Sacro Cuore al fortino e Vicario foraneo.
    Dopo si prosegue per via Garibaldi, Plebiscito, Dusmet, rientro in piazza Duomo da Porta Uzeda.
  • Lunedì 05 febbraio – Solennità di Sant’Agata vergine e martire
    – Ore 08:
    Santa Messa nella Chiesa di Sant’Agata alla Badia.
    Ore 10: Le Autorità con i Gonfaloni della Città, della Provincia e dell’Università da Palazzo degli Elefanti si recheranno in Cattedrale.
    – Ore 10,15: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, gli Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi di Sicilia, i Canonici, il Clero e il Seminario muoveranno in corteo liturgico dal Palazzo Arcivescovile fino alla Basilica Cattedrale per il Solenne Pontificale. Il servizio liturgico sarà curato dagli alunni del Seminario interdiocesano, l’animazione del canto dalla Cappella Musicale del Duomo.
    – Ore 16: Santa Messa presieduta da S. E. R. Mons. Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù.
    – Ore 17: Processione delle Sacre Reliquie per via Etnea; dinanzi alla Basilica Collegiata omaggio floreale del Capitolo dei canonici e dei soci del Circolo Cittadino S. Agata; la processione prosegue per via Caronda, piazza Cavour; in questa piazza omaggio floreale dell’Associazione Sant’ Agata al Borgo e riflessioni del Rev.do Sac. Enzo Fatuzzo, parroco in Sant’ Agata al Borgo e Vicario foraneo.
    Successivamente si prosegue per via Etnea, Sangiuliano, Crociferi; davanti alla Chiesa di San Benedetto omaggio floreale delle Monache benedettine dell’adorazione perpetua, riflessioni del cappellano Mons. Antonino La Manna, Vicario episcopale per la cultura.
    Proseguimento per piazza S. Francesco d’Assisi, via della Lettera, Garibaldi, piazza Duomo.
    Al rientro in Cattedrale, celebrazione di benedizione e di ringraziamento presieduta da S. E. Mons. Arcivescovo.
  • Dal 06 all’11 febbraio in Duomo Sante Messe all’Altare di Sant’ Agata alle ore 07,30; 10; 18. La S. Messa vespertina sarà animata da alcune parrocchie dell’Arcidiocesi.
  • Sabato 10 febbraio ore 18: Pellegrinaggio dei fedeli di Acireale guidato dal Vescovo S.E.R. Mons. Antonino Raspanti, presidente della Conferenza episcopale siciliana. Celebrazione della Santa Messa.
  • Lunedì 12 febbraio – Chiusura delle Celebrazioni
    Alle ore 07,30; 09; 10; 11; 12; 13; 14,30; 16; 19: Sante Messe Ore 08,00: Esposizione delle Sacre Reliquie.
    – Dalle ore 09,30 alle ore 13,30 e dalle ore 15,30 alle ore 17,30 i fedeli potranno avvicinarsi per la venerazione delle sacre reliquie alla cappella di Sant’ Agata.
    – Ore 10: Santa Messa presieduta da S.E.R. Mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo emerito di Catania.
    – Ore 14,30: Santa Messa per gli ammalati ed i disabili.
    – Ore 19: Santa Messa solenne presieduta da S. E. Mons. Arcivescovo.
    Al termine processione delle Sacre Reliquie in piazza Duomo con la partecipazione delle autorità cittadine.

7 commenti Aggiungi il tuo

  1. Giornate belle ricche, a quanto pare… 🙂

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    1. Avatar di Giuseppe Grifeo Giuseppe Grifeo ha detto:

      Faccio rivivere giornate come erano in pre pandemia. Magiche, divertenti, curiose. Ho scoperto aspetti siculi, anche nella lingua, che non conoscevo. In epoca pandemica, come quest’anno, non si vedrà nulla di tutto questo purtroppo. Diciamo che la mia è una retrospettiva nostalgica scaccia Covid 😷😄😜

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      1. Sì, beh, sarebbe strano vedere immagini odierne in linea con quelle che hai inserito nell’articolo.

        Ogni tradizione popolare, di solito, affonda le proprie radici in qualcosa anche più profondo di quello in cui si è trasformato nel corso dei secoli e anche la lingua stessa, a volte, riesce a mantenere degli appigli che al di fuori del contesto non hanno alcuna rilevanza.

        Bravo, perché questo tipo di lavoro richiede costanza e dedizione.

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        1. Avatar di Giuseppe Grifeo Giuseppe Grifeo ha detto:

          Per adesso bisogna adeguarsi e aspettare tempi in cui anche l’affollato contatto umano sarà nuovamente possibile. Tornare “normali”. Rimane appunto l’ancora di sentimenti, del “sentirsi parte” che sono stati motore della trasformazione e caratterizzazione linguistico-culturale, quelle che riporteranno le persone in piazza.
          Grazie a te!

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  2. Avatar di Giuseppe Grifeo Giuseppe Grifeo ha detto:

    L’ha ripubblicato su Il Grifone, l'artiglio, la penna e la forchettae ha commentato:

    Ci siamo, dal 3 febbraio a Catania si arriverà al culmine delle celebrazioni per Sant’Agata, Patrona della città. La novità di quest’anno, come preannunciato nell’articolo che pubblicai in precedenza e che troverete qui sotto, tornano i festeggiamenti come erano prima della pandemia Covid-19, come sottolineato da Claudio Consoli, da nove anni Maestro del fercolo che trasporta lo scrigno e le reliquie di Sant’Agata: la “macchina” che è dedicata a questo trasporto è tutt’altro che facile da gestire, in argento cesellato con struttura portante, trainata a forza di braccia da migliaia di fedeli che si alternano nei giorni delle processioni, il tutto fendendo la folla di catanesi e di concerto con altri elementi che fanno parte della sfilata, prime fra tutte le candelore cui altri devoti, a spalla, danno movimento e la celebre “annacata” in momenti di pausa nel percorso in cui le candelore ruotano, dondolano. Annacata e annacare, termine e verbo siciliani, risalgono a una radice linguistica del 1500, e significa movimento, muoversi, cullarsi e cullare, il dondolio e dondolarsi, ma non solo: anhänger è il termine originario del 1535, indicante un rimorchio, dovuto alla presenza nell’Isola di mercenari tedeschi agli ordini dell’Imperatore Carlo V. Da lì il termine “naca” che sta per culla.
    L’immersione nella tradizione plurisecolare torna con forza in questo 2023 insieme al libero (nella sua manifestazione) sentimento popolare, religioso e, come è logico attendersi, anche gastronomico. Ogni vostra curiosità, anche storica, sarà appagata nell’articolo che ripubblico più in basso.
    Adesso qui aggiungo richiami solo al programma 2023.
    Venerdì 3 febbraio
    – ore 12 – L’inizio della festa con la “processione dell’offerta della cera”. A bordo dell’antica e raffinata Carrozza del Senato, le autorità cittadine, di norma il Sindaco, ma quest’anno sarà il commissario, percorreranno un tragitto che le porterà dal Palazzo degli Elefanti in piazza Duomo, sede del Comune, fino alla Chiesa di Sant’Agata alla Fornace, detta “a carcaredda“, dove sarebbe stata martirizzata Sant’Agata.
    In Cattedrale si svolgerà il solenne “Te Deum”, eseguito dalla Cappella Musicale del Duomo diretta dal Maestro monsignor Giuseppe Maieli, all’organo il Maestro Piero Figura.
    – ore 20 – Uno dei momenti più attesi dalla gente: l’appuntamento con i fuochi d’artificio “d’a sira o Tri” (dovrebbe essere però da villa Pacini). Sottolineo che lo spettacolo pirotecnico ha un suo preciso significato, non è solo un momento visivo, ma ha una sua giustificazione storica (da leggere nell’articolo richiamato più in basso).
    Sabato 4 febbraio
    Apertura delle porte della Cattedrale prima dell’alba: potranno entrare i fedeli e devoti pronti a salutare la Santa.
    – ore 05,15: Esposizione delle Reliquie della Patrona. Il Busto reliquiario viene portato fuori dalla cameretta in cui viene conservato durante tutto l’anno.
    – ore 06: “Messa dell’Aurora”, la più sentita ed emozionante e posso assicurare che l’atmosfera è particolarmente suggestiva. Subito dopo Sant’Agata torna ad abbracciare Catania nella trionfale uscita su Piazza Duomo che dà l’avvio alla prima processione. È il così nominato “giro esterno” che segue il percorso delle antiche mura cittadine, toccando i luoghi del Martirio e il cuore popolare di Catania.
    Domenica 5 febbraio
    – ore 08: Santa Messa nella Chiesa di Sant’Agata alla Badia.
    – ore 10,15: L’arcivescovo e le autorità ecclesiali si muoveranno in corteo dal Palazzo Arcivescovile fino alla Cattedrale per il Solenne Pontificale. L’antica basilica resterà aperta tutto il giorno per consentire ai devoti di rendere omaggio a Sant’Agata.
    – ore 17: Uscita del Busto reliquiario su Piazza Duomo per la processione del “giro interno”. Il corteo attraverserà il centro storico della città in un lento percorso che si concluderà il 6 febbraio dopo il suggestivo passaggio da Via Crociferi, strada che è trionfo dell’architettura barocca, con il saluto dal canto delle Monache Benedettine. Poi il rientro in Cattedrale.
    I festeggiamenti andranno avanti fino al 12 febbraio, ma il massimo è incentrato nei giorni appena descritti.
    L’accesso all’area centrale di Catania e al percorso dei festeggiamenti principali avverrà da varchi dedicati e controllati dalle Forze di Polizia o da squadre di volontari della Protezione Civile. Via Dusmet rimarrà libera perché avrà la funzione di importante via di fuga in caso di emergenza.
    Tutto predisposto e programmato dal Comitato per i festeggiamenti presieduto da Mariella Gennarino: “Il giorno 3 alla sera – ha sottolineato la Gennarino al Quotidiano di Sicilia – l’afflusso sarà più numeroso (ndR: molto maggiore che negli anni passati) per consentire a più devoti di stare vicini alla Santa e di godere di più anche dello spettacolo che proporremo, dal titolo Sant’Agata nel mondo. Porteremo delle opere d’arte sparse nel mondo che proietteremo sulle facciate dei quattro palazzi di piazza Duomo. Ci sarà il coro Tovini e i fuochi spettacolari saranno da villa Pacini”.

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