Sicilia-Grecia: l’Isola restituisce un frammento del Partenone e in cambio riceverà due antichi reperti (articolo e Video)

É sempre un piacere avere notizia di due nazioni e di due grandi strutture museali che riescono ad aprire un dialogo per un progetto di interscambio culturale. In questo caso mi fa ancora più piacere perché si tratta di Sicilia e dell’accordo sottoscritto dall’amministrazione regionale per un capitolo importante… e io di archeologia, storia, leggende, tradizioni della mia terra non ne perdo una per trarre spunti utili alla scrittura e al racconto. In breve tra Sicilia e Grecia lo scambio è di gran pregio: l’Isola restituisce un frammento del Partenone e in cambio riceverà due antichi reperti.

Un dialogo direi quasi naturale tra queste due terre, sia per la rispettiva ricchezza storico-culturale, che per l’antico retaggio che le lega profondamente.

Video dal mio canale YouTube (link)

Al centro dell’iniziativa Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, che ha agganciato e ha condiviso il progetto con Lina Mendoni, ministro greco alla Cultura e allo Sport.

Tutto questo ha un’altra valenza di estrema importanza. Va oltre al valore culturale e archeologico, in sé: la Sicilia fa da apripista sul tema del ritorno in Grecia dei reperti del Partenone. In questo modo l’Isola dà un contributo determinante a un dibattito che, a livello planetario, è in corso da tantissimo tempo. Basta pensare alla grande porzione di fregio del Partenone collocato al British Museum (ne costituisce una delle maggiori attrattive) e alla non risposta delle autorità britanniche… ma questa è un’altra storia che merita tutto un suo capitolo di racconto.

Cosa viene trasferito dal Museo Antonio Salinas di Palermo al Museo dell’Acropoli di Atene?

Si tratta del frammento di una lastra appartenente al fregio orientale del Partenone, custodito nel Museo palermitano che, è il caso di sottolinearlo, è la più antica struttura museale siciliana di questa tipologia. La porzione del fregio, in marmo pentelico, raffigura il piede di Peitho-Πειϑώ, dea della persuasione d’amore (figlia di Oceano e di Teti) o di Artemide – la dea della caccia – seduta in trono. Il pezzo ha fatto parte fino a oggi della collezione archeologica del console inglese Robert Fagan, acquistata dalla Regia Università di Palermo nel 1820.

Cosa arriverà da Atene?

A Palermo arriveranno due pregevolissimi reperti appartenenti alle collezioni del Museo dell’Acropoli. Ognuno rimarrà al museo palermitano per quattro anni: si tratta di un’importante statua acefala di Atena, databile alla fine del V secolo a.C. e di un’anfora geometrica della prima metà dell’VIII secolo a.C. (più in basso ho inserito un capitolo con la descrizione analitica dei due reperti).

Il progetto-accordo prevede anche l’organizzazione di iniziative in comune da realizzare in partnership dai due musei. Al centro, temi d’interesse culturale internazionali.

“Il ritorno ad Atene di questo importante reperto del Partenone sottolinea Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana va nella direzione della costruzione di un’Europa della Cultura che affonda le proprie radici nella nostra storia e nella nostra identità: quell’Europa dei popoli che ci vede profondamente uniti alla Grecia, in quanto entrambi portatori di valori antichi e universali. E, del resto, le molteplici e pregnanti testimonianze della cultura greca presenti in Sicilia sono la conferma di un legame antico e profondo. Grazie al governo Musumeci, la Sicilia torna al centro di una dimensione mediterranea, in cui il futuro comune passa per il dialogo e le relazioni con i Paesi che si affacciano sul “Mare nostrum”. L’accordo di collaborazione con il Museo dell’Acropoli di Atene ci permetterà, inoltre, di porre in essere iniziative culturali comuni di grande spessore e rilevanza internazionale che daranno la giusta visibilità alla nostra Regione”.

L’accordo è nato dal dialogo tra il Governo regionale della Sicilia – con l’assessore Samonà – e il Governo di Atene – con il ministro Mendoni. É stato siglato dal Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas” di Palermo e dal Museo dell’Acropoli di Atene, “ai sensi dell’articolo 67 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, che consente il trasferimento pluriennale e lo scambio di reperti archeologici tra le due prestigiose istituzioni museali, rispettivamente dirette da Caterina Greco e da Nikolaos Stampolidis”.

“Vorrei esprimere la mia più profonda gratitudine alla Giunta Regionale Siciliana e al suo Presidente, Nello Musumeci, nonché all’Assessore Regionale ai Beni Culturali e dell’Identità della Sicilia Alberto Samonà ha rimarcato Lina Mendoni, ministro della Cultura e dello Sport della Repubblica Greca La collaborazione affinché il frammento del Fregio Orientale del Partenone, oggi custodito presso il Museo Archeologico Regionale “A. Salinas” di Palermo, possa essere esposto per un lungo periodo presso il Museo dell’Acropoli insieme al proprio naturale contesto, è stata impeccabile e costruttiva. Soprattutto, desidero qui esprimere la mia gratitudine per gli instancabili e sistematici sforzi del Governo Siciliano e dell’Assessore Alberto Samonà per aver intrapreso la procedura verso l’accordo legale ai sensi del Codice dei Beni Culturali della Repubblica Italiana, affinché questo frammento possa ritornare definitivamente ad Atene”.

“Dal novembre del 2020, quando sono iniziate le discussioni tra di noi, fino ad oggi prosegue il ministro Mendoni l’assessore Samonà ha sempre dichiarato in ogni modo il suo amore per la Grecia e per la sua Cultura. Nel complesso, l’intenzione e l’aspirazione del Governo Siciliano di rimpatriare definitivamente il Fregio palermitano ad Atene, non fa altro che confermare e rinsaldare ancora di più i legami culturali e di fratellanza di lunga data delle due regioni, nonché il riconoscimento di fatto di una comune identità mediterranea. In questo contesto, il Ministero della Cultura e dello Sport ellenico inizia con grande piacere la sua collaborazione con il Museo archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo, non solo per l’esposizione presso di esso di importanti antichità provenienti dal Museo dell’Acropoli, ma anche per azioni e iniziative generali future. Con questo gesto, il Governo della Sicilia indica la via per il definitivo ritorno delle Sculture del Partenone ad Atene, la città che le ha create”.

Un accordo, che giunge al termine dell’anno in cui si è celebrato l’anniversario dell’avvio della lotta per l’indipendenza della Grecia e a poco più di tre mesi di distanza dalla Decisione del 29 settembre 2021 con cui la Commissione Intergovernativa dell’UNESCO per la Promozione della Restituzione dei Beni Culturali ai Paesi d’Origine (ICPRCP) ha richiamato il Regno Unito affinché riconsideri la sua posizione e proceda in un dialogo in buona fede con la Grecia che fin dal 1984 ha richiesto la restituzione delle sculture del Partenone, tuttora conservate presso il British Museum di Londra.

La storia dell’arrivo in Italia del “reperto Fagan” e i tentativi di riconsegna alla Grecia

Il reperto archeologico, giunto all’inizio del XIX secolo nelle mani del console inglese Robert Fagan in circostanze non del tutto chiarite, alla morte di questi fu lasciato in eredità alla moglie che, successivamente, tra il 1818 e il 1820 lo vendette al Regio Museo dell’Università di Palermo, di cui il Museo Archeologico Regionale “Antonino Salinas” è l’attuale erede.

Già in passato ci sono stati contatti e incontri per il ritorno ad Atene del frammento del fregio del Partenone. In particolare, tra il 2002 e il 2003, in occasione della visita di Stato in Grecia del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi.

In vista della realizzazione delle Olimpiadi ad Atene del 2004, fu aperto il dibattito sulla “restituzione” del prezioso manufatto.

E ancora, nel 2008, per l’inaugurazione del Nuovo Museo dell’Acropoli di Atene, quando ricominciarono le trattative tra il Ministero Ellenico della Cultura e il Ministero Italiano dei Beni Culturali, grazie alla mediazione dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che si era detto favorevole al ritorno del frammento in Grecia: anche in quell’occasione si raggiunse solo il risultato di prestare il frammento del Partenone ad Atene per un anno e mezzo, dal settembre 2008 al marzo 2010. Dopo il suo ritorno in Sicilia, negli anni successivi, sulla vicenda della riconsegna permanente del reperto calò un velo e non se ne parlò più, se non riservatamente fra gli addetti ai lavori.

Per questa ragione, l’accordo sottoscritto tra i due musei rappresenta un risultato di estrema importanza sotto due aspetti: dimostra la volontà della Sicilia di procedere sulla strada intrapresa, favorendo il definitivo ritorno ad Atene del frammento del fregio appartenente al Partenone; e perché suggella la stretta collaborazione culturale tra due prestigiose istituzioni museali, entrambe di lunga ed antica tradizione.

“Desidero esprimere la massima soddisfazione per il raggiungimento di un obiettivo che mi ero posta fin dal mio arrivo al museo Salinas, due anni fa sottolinea Caterina Greco, Direttrice del Museo Archeologico Regionale Antonio Salinas Riportare ad Atene il frammento del fregio del Partenone che solo nel 1893 Walter Amelung riconobbe come un originale attico a torto confuso tra i marmi recuperati dal Fagan durante i suoi scavi a Tindari del 1808 significa, infatti, non soltanto restituire alla Grecia un pezzetto della sua più illustre storia archeologica, ma anche illuminare di nuova luce la vicenda complessa e affascinante del collezionismo ottocentesco che contraddistingue i nostri più antichi musei e di cui la testimonianza della presenza a Palermo della “lastra Fagan” rappresenta un episodio tra i più intriganti”.

Descrizione della Statua di Atena e dell’anfora che giungeranno al Museo Antonio Salinas dal Museo dell’Acropoli

– La statua (Akr. 3027), alta cm 60 e in marmo pentelico, raffigura la dea Atena vestita con un peplo segnato da una cintura portata sulla vita. Indossa un’egida stretta disposta trasversalmente sul petto, originariamente decorata con una gòrgone al centro, andata perduta.

La figura sostiene il peso del proprio corpo sulla gamba destra, mentre con il braccio sinistro si appoggia probabilmente ad una lancia; la posa flessuosa e la resa morbida e avvolgente dell’abbigliamento sono tipiche dello stile attico dell’ultimo venticinquennio del V secolo a.C., influenzato dai modelli partenonici (c.d. “Stilericco”).

– L’anfora (1961 ΝΑΚ 196), integra e di grandi dimensioni (alt. cm 41,5), è un importante esemplare della categoria della ceramica geometrica, una produzione caratteristica delle fabbriche ateniesi della prima età arcaica, che segna l’emergere di Atene fra le varie polis della Grecia.

Si tratta di un’anfora utilizzata come cinerario, rinvenuta nel 1961 nella tomba 5, scoperta presso le pendici meridionali dell’Acropoli. Rappresenta una vaso tipico del Geometrico Medio II, con corpo ovoide, alto collo svasato che termina con l’orlo rivolto verso l’esterno, e due piccole anse verticali sulla spalla.

La decorazione, in gran parte a vernice nera, comprende sul collo una fascia recante un meandro delineato tra strisce orizzontali, mentre sulla pancia del vaso è dipinto un grande riquadro metopale con triangoli allineati. La parte inferiore del corpo e le anse sono decorate con sottili strisce parallele.

La forma e lo stile inconfondibile, tipico di questa fase della ceramica attica, ne denotano la cronologia molto antica, risalente alla prima metà dell’VIII secolo a.C. (800-760 a. C.): un periodo, cioè, in cui non era ancora iniziata la colonizzazione greca della Sicilia, da cui solo successivamente derivò l’afflusso di materiali greci nella nostra isola.

È la prima volta che dal famoso museo ateniese giungono in Sicilia e al Museo Salinas, per un’esposizione di lungo periodo, testimonianze originali della storia della città che ha profondamente segnato, con la sua arte, l’intera cultura occidentale.

“L’approdo del Fregio palermitano presso il Museo dell’Acropoli sottolinea Nikolaos Stampolidis, direttore del Museo dell’Acropoli di Atenerisulta estremamente importante soprattutto per il modo in cui il Governo della Regione Siciliana, oggi guidato dal Presidente Nello Musumeci, ha voluto rendere possibile il ricongiungimento del Fregio Fagan con quelli conservati presso il Museo dell’Acropoli. Questo gesto, già di per sé tanto significativo, viene ulteriormente intensificato dalla volontà da parte del Governo Regionale Siciliano, rappresentato dall’Assessore  dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, che ha voluto, all’interno di un rapporto di fratellanza e di comuni radici culturali che uniscono la Sicilia con l’Ellade, intraprendere presso il Ministero della Cultura italiano la procedura intergovernativa di sdemanializzazione del Fregio palermitano, affinché esso possa rimanere definitivamente, sine die, ad Atene, presso il Museo dell’Acropoli suo luogo naturale. In tal modo sarà la nostra amatissima sorella Sicilia ad aprire la strada e indicare la via per la restituzione alla Grecia anche degli altri Fregi partenonici attualmente custoditi presso altre città europee e soprattutto a Londra al British Museum. Questa volontà, che rappresenta un fulgido esempio di civiltà e fratellanza per tutti i popoli, si sposa anche in un felicissimo ed emblematico connubio culturale con la decisione del 29 Settembre 2021 espressa dall’Unesco nei riguardi del ritorno in Grecia delle sculture che si trovano presso il Museo londinese”.

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