L’hanno restituita i responsabili del Getty Museum di Los Angeles: una giara rossa a disegni bianchi del VII secolo a.C., opera che racconta uno degli episodi più emblematici dei miti appartenenti alle culture mediterranee, l’accecamento di Polifemo-Πολύϕημος narrato però in chiave etrusca: contrariamente al racconto omerico, il ciclope è dipinto come un nobiluomo d’area tirrenica seduto su una sedia. Per recuperare reperti archeologici che erano stati rubati dal nostro Paese – e non solo dall’Italia -, c’è voluto un lavoro immenso, indagini, rogatorie internazionali, collaborazione con le forze dell’ordine di altre nazioni. Da tutto questo è nato il Museo dell’Arte Salvata (link), l’arte recuperata da passati furti e saccheggi oppure scomparsa dopo calamità come terremoti, in mostra nell’Aula Ottagona del Museo Nazionale Romano, alle Terme di Diocleziano, fino al 15 ottobre 2022.
Collezione che troverà posto anche nelle altre tre sedi di Palazzo Massimo, Palazzo Altemps e Crypta Balbi. Una raccolta inestimabile frutto degli sforzi dei Carabinieri TPC-Tutela Patrimonio Culturale e dei contatti diplomatici con altre nazioni.











Il Museo dell’Arte Salvata
Immaginatevi centinaia di reperti archeologici, delle più svariate dimensioni e valore, tutti appartenenti a epoche remote della storia italiana e del mondo, opere trafugate in scavi clandestini nei siti archeologici, rubati da musei e da collezioni, ma non solo. Preziose testimonianze disperse, vendute, esportate illegalmente. Questo è quanto oggi il Museo dell’Arte Salvata custodisce e mette in mostra.
Uno dei protagonisti di questo grande traffico internazionale di reperti trafugati è un siciliano che conosco bene, sul quale ho scritto molto negli anni. Personaggio originario della provincia di Trapani, teneva sotto controllo tutta una filiera, da fidi tombaroli a magazzini in porto franco a Ginevra dove custodiva migliaia di reperti trafugati, quindi diretti verso mercanti e responsabili di musei parecchio “spregiudicati” negli Usa, in Europa e in Asia.
Ma di saccheggiatori e di ricettatori ce ne erano diversi, non sempre italiani, comunque ben allacciati con realtà che saccheggiavano importanti siti etruschi e della Magna Grecia.
La disposizione e la collocazione dei reperti nel Museo sfrutta teche e pannelli modulabili a seconda delle necessità delle opere e dei nuovi arrivi facilitando gli spostamenti nell’Aula Ottagona, la ricollocazione in questo spazio in modo da facilitare la visibilità di quanto sarà esposto anche nel prossimo futuro seguendo i risultati delle nuove operazioni di recupero e ritrovamento.
L’esposizione si fonda sugli oggetti che il Reparto Operativo TPC ha fatto rientrare dagli Stati Uniti d’America in un arco temporale compreso fra il dicembre 2021 e la scorsa settimana: un corpus imponente di opere con numerosi pezzi di archeologia di varie civiltà.
“È un’iniziativa che dimostra ancora una volta come in questo settore l’Italia abbia una leadership internazionale – ha sottolineato il ministro Franceschini durante l’inaugurazione del Museo – I nostri carabinieri per la tutela del patrimonio culturale sono un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo. Opere d’arte trafugate, reperti archeologici dispersi, venduti o esportati illegalmente, è una perdita significativa per il patrimonio culturale di un paese, espressione della sua memoria storica e dei valori collettivi, nonché dell’identità di un popolo. È necessario assumersi questa responsabilità nei confronti delle generazioni future, affinché possano conservare, con queste testimonianze, quel valore identitario che permette di riconoscersi in una storia culturale comune”.
Tutti gli attuali reperti sono il frutto di indagini e operazioni dei “Carabinieri dell’Arte” in collaborazione con le autorità statunitensi, oggetti sequestrati in direzioni museali, case d’asta e collezioni private sparse su differenti località d’oltreoceano. Tutti questi pezzi avevano fatto medesimi percorsi nel mercato illecito nazionale e internazionale, quindi dagli scavi clandestini alla ricettazione ed esportazione fuorilegge. La restituzione all’Italia è avvenuta il 15 dicembre 2021 al Consolato generale di New York dove alcune di queste antiche opere d’arte sono rimaste in esposizione per alcuni mesi.













Come sottolineato dagli organizzatori, il Museo dell’Arte Salvata vuole essere un luogo dove questi beni potranno transitare ed essere esposti al pubblico per un periodo di tempo delimitato: opere d’arte trafugate, disperse, vendute o esportate illegalmente e poi, finalmente, riportate a casa, per ricucire quel tassello rubato alla storia e al patrimonio nazionale.
Le restituzioni dovute alla diplomazia culturale o a seguito delle indagini del Comando Carabinieri TPC e del lavoro dei Caschi blu della cultura, il ritrovamento tra le macerie dei terremoti e in seguito agli interventi in caso di calamità naturali e conflitti, i salvataggi grazie ai grandi restauri, senza contare i recuperi fortuiti di antichità o dovuti agli scavi di emergenza per lavori pubblici e privati, i capolavori restaurati dall’Istituto Centrale per il Restauro (ICR): tutte queste opere d’arte troveranno nel Museo dell’Arte Salvata un approdo per un periodo durante il quale saranno esposte al pubblico prima di essere ricollocate nei musei di appartenenza.
L’attuale collezione adesso in mostra
Alcune delle opere di spicco
I reperti più antichi risalgono all’epoca orientalizzante (VII secolo a.C.), la loro provenienza è in prevalenza dall’Etruria meridionale, ma anche dal Lazio, come la Giara (pithos) in ceramica d’impasto rosso sovra-dipinto in bianco (“white on red”) di produzione etrusca (Cerveteri) con scena mitologica dell’accecamento di Polifemo e animali (cavalli, felini) del terzo quarto del VII secolo a.C. (il coperchio è di pertinenza dubbia, vetrina 1) e il Cratere cerimoniale con quattro anse sormontate da coppette in ceramica d’impasto rosso sovra-dipinto in bianco (“white on red”) di produzione nord laziale (Crustumerium) con uccelli acquatici (VII secolo a.C., vetrina 10B).
Poi si passa alla seconda metà dal VI secolo a.C. con le anfore a scene figurate, alcune attiche (anticha Grecia) e illustrano l’evoluzione stilistica di quel periodo. Altre, appartenenti allo stesso periodo temporale, sono etrusche come l’Anforetta etrusca a figure nere con guerrieri affrontati sulla pancia e occhioni sulla spalla (fine del VI secolo a.C., vetrina 4)
Un’enorme quantità di ceramiche del VI e del V secolo a.C. arriva dalle necropoli etrusche. Forse provengono proprio dall’Etruria gli esemplari recuperati dal Comando TPC negli Stati Uniti, anche se le origini precise sono sconosciute, come per l’opera esposta Coppa (kylix) attica a figure rosse con Dioniso (all’interno) e satiri con menadi (all’esterno) di inizio V sec. a.C. (vetrina 5)
A tutta Magna Grecia con le produzioni a vernice nera e figure rosse risalenti a un periodo databile tra la seconda metà del V e la prima metà del IV secolo a.C.: in mostra il Cratere a forma di calderone (lebes) con scena di banchetto (symposion) con il gioco del kottabos (verso la metà del IV secolo a.C., vetrina 6) e il Piatto con due anse a figure rosse sovra-dipinte con maschera centrale sovra-dipinta e scena di guerra tra Greci e Amazzone (amazzonomachia) della seconda metà del IV secolo a.C. (vetrina 7), entrambi di produzione apula. Da una grande stipe votiva, in un santuario non identificato dell’Etruria meridionale o del Lazio, proviene la Testa votiva in terracotta di produzione etrusco-laziale del IV secolo a.C. con alcune tracce di policromia che fanno rivivere gli antichi volti (vetrina 10A).
“È stata una grande idea perché è qualcosa di unico a livello nazionale e internazionale – ha detto il generale Teo Luzi, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri – Questo museo incarna tre valori fondamentali: quello della protezione, quello della legalità e quello della speranza. Oggi, più di ieri, c’è una sensibilità internazionale nei confronti della tutela del proprio patrimonio. Il recupero internazionale di un bene che ritorna a casa è un messaggio di legalità internazionale”.







Museo dell’Arte Salvata: articolazione della mostra
Vetrina 10B
- Anforetta in ceramica d’impasto nord laziale (Crustumerium) con decorazione geometrica e figurata (pesci). VII sec. a.C.
- Cratere cerimoniale con quattro anse sormontate da coppette in ceramica d’impasto rosso sovradipinta di bianco (“white-on-red”) di produzione nord laziale (Crustumerium) con uccelli acquatici. VII sec. a.C.
- Anforetta in ceramica d’impasto etrusca o laziale con chimera, quadrupedi e uccelli acquatici. VII sec. a.C.
- Anforetta in ceramica d’impasto etrusca o laziale con cavaliere. VII sec. a.C.
- Anforetta in ceramica d’impasto etrusca o laziale con spirali e decorazione vegetale di ispirazione orientale. VII sec. a.C.
Vetrina 1
- Giara (pithos) di impasto rosso con decorazione sovradipinta in bianco (“white-on-red”) di produzione etrusca (Cerveteri) con scena mitologica dell’accecamento di Polifemo e animali (cavalli, felini). Il coperchio è di pertinenza dubbia. Terzo quarto del VII sec. a.C.
- Giara cilindrica (pisside con coperchio) d’impasto rosso con decorazione sovradipinta in bianco (“white-on-red”) di produzione etrusco-laziale, con motivi ornamentali disposti in registri orizzontali e animali fantastici. VII sec. a.C.
- Giara cilindrica (pisside con coperchio) d’impasto rosso con decorazione sovradipinta in bianco (“white-on-red”) di produzione etrusco-laziale, con motivi ornamentali disposti in registri orizzontali. VII sec. a.C.
- Giara cilindrica (pisside con coperchio) d’impasto rosso con decorazione sovradipinta in bianco (“white-on-red”) di produzione etrusco-laziale, con motivi ornamentali e fregio di uccelli acquatici. VII sec. a.C.
- Giara cilindrica (pisside con coperchio) d’impasto rosso con decorazione sovradipinta in bianco (“white-on-red”) con sul corpo dei motivi ornamentali e una teoria di pesci. Produzione etrusco-laziale. VII sec. a.C.
Vetrina 2A
- Urna cineraria d’impasto bruno a forma di casa con coperchio displuviato di produzione etrusca con decorazioni figurate sulle pareti e sul coperchio: nave, guerriero, cavalli, cavalli alati, felini. VII sec. a.C.
- Piatto etrusco-geometrico con decorazione animalistica (felini) di produzione etrusca (Cerveteri). Prima metà del VII sec. a.C.
- Piatto etrusco-geometrico con decorazione animalistica (pesci) di produzione etrusca (Cerveteri). Prima metà del VII sec. a.C.
Vetrina2B
- Vaso da profumo (alabastron) corinzio a figure nere con fregio di animali (cinghiali). Fine del VII sec. a.C.
- Brocchetta (olpe) di imitazione corinzia di produzione etrusca con fregi di animali. Prima metà del VI sec. a.C.
- Brocchetta (olpe) di imitazione corinzia di produzione etrusca con fregi di animali. Prima metà del VI sec. a.C.
- Brocchetta (olpe) di imitazione corinzia di produzione etrusca con fregi di animali. Prima metà del VI sec. a.C.
- Brocchetta (olpe) di imitazione corinzia di produzione etrusca con fregi di animali. Prima metà del VI sec. a.C.
- Vaso da profumo configurato a forma di scimmia seduta, di produzione corinzia. Prima metà del VI sec. a.C.
- Vaso da profumo configurato a forma di lepre morente di produzione corinzia. Prima metà del VI sec. a.C.
- Vaso configurato a forma di ariete accovacciato di produzione corinzia. Prima metà del VI sec. a.C.
- Vaso configurato a forma di mostro marino barbuto, di produzione corinzia. VI sec. a.C.
- Vaso da profumo configurato a forma di sirena, di produzione greca. VI sec. a.C.
Vetrina 3A
- Terracotta architettonica (antefissa?) a testa femminile con diadema di produzione etrusco-laziale. Inizio del V sec. a.C.
- Antefissa a testa femminile (menade) inquadrata da nimbo, di produzione etrusco-laziale. Inizio del V sec. a.C.
- Antefissa a testa femminile (menade) inquadrata da nimbo, di produzione etrusco-laziale. Inizio del V sec. a.C.
- Antefissa a testa femminile (menade) inquadrata da nimbo, di produzione etrusco-laziale. Inizio del V sec. a.C.
- Antefissa a testa femminile (menade) inquadrata da nimbo, di produzione etrusco-laziale. Inizio del V sec. a.C.
Vetrina 3B
1-5. Cinque antefisse a figura femminile intera, di produzione etrusco-laziale. Inizio del V sec. a.C.
Vetrina 4
- Anfora attica a figure nere con scena di ritorno dalla caccia alla lepre. Metà del VI sec. a.C.
- Anfora attica a figure nere con raffigurazione di Icaro. Seconda metà del VI sec. a.C. (c. 530 a.C.)
- Anfora attica a figure nere con il ratto di Deianeira da parte del centauro Nesso inseguito da Herakles. Seconda metà del VI sec. a.C. (c. 520 a.C.)
- Anforetta etrusca a figure nere del “gruppo pontico”, con fregi vegetali e scene erotiche. Terzo quarto del VI sec. a.C.
- Anforetta etrusca a figure nere con guerrieri affrontati sulla pancia e occhioni sulla spalla. Fine del VI sec. a.C.
- Brocchetta etrusca a figure nere del “Gruppo Pontico” con motivi animali (felini) e vegetali. Terzo quarto del VI sec. a.C.
Vetrina 5
- Vaso per l’acqua (hydria) attico a figure nere con Herakles a banchetto con Atena e Hermes (sulla pancia) ed Herakles e il leone di Nemea (sulla spalla). Fine del VI sec. a.C.
- Coppa (kylix) attica a figure rosse con Dioniso (all’interno) e satiri con menadi (all’esterno). Inizio del V sec. a.C.
- Piatto da pesce attico a figure rosse con testa barbuta. V sec. a.C.
- Vaso biansato (pelike) attico a figure rosse con uomo ammantato e suonatore di cetra. Prima metà del V sec. a.C.
- Cratere attico a figure rosse con colloquio tra uomini. Prima metà del V sec. a.C.
Vetrina 6A
- Vaso da profumo (lekythos) attico a figure rosse con testa di Atena elmata di profilo. Prima metà del V sec. a.C.
- Brocchetta (olpe) attica a figure rosse con Dioniso e un satiro. Prima metà del V sec. a.C.
- Frammenti di coppe (kylikes) attiche a figure rosse. V sec. a.C.
- Brocca (oinochoe) attica a figure rosse con scena dionisiaca. V sec. a.C.
- Coppa (kylix) attica a figure rosse con colloquio. V sec. a.C.
- Cratere attico a figure rosse parzialmente sovradipinte con scena di processione sacrificale. Prima metà del IV sec. a.C.
Vetrina 6B
- Cratere a forma di calderone (lebes) apulo a figure rosse con scena di banchetto (symposion) con il gioco del kottabos. Verso la metà del IV sec. a.C.
- Brocca apula a vernice nera sovradipinta con un cane che insegue una lepre, del gruppo Xenon. IV sec. a.C.
- Coppa (kylix) a vernice nera sovradipinta apula con un cane in corsa. IV sec. a.C.
- Coppa (kylix) a vernice nera di produzione greca. IV sec. a.C.
- Coppa con coperchio (lekanis) a vernice nera. Seconda metà del V sec. a.C.
- Moneta d’argento (decadracma) di Agrigento (Akragas) : Helios sul carro con aquila e granchio ; due aquile che afferrano una lepre, con locusta. 411 a.C. (per la commemorazione di una vittoria olimpica alla corsa di carri).
- Moneta d’argento (decadracma) di Agrigento (Akragas) : Helios sul carro con aquila e granchio ; due aquile che afferrano una lepre, con locusta. 411 a.C. (per la commemorazione di una vittoria olimpica alla corsa di carri).
- Moneta d’argento (tetradracma) di Catania (Katane) : testa di Apollo ; carro con Vittoria in volo che incorona l’auriga. Fine del V sec. a.C.
Vetrina 7A
- Piatto con due anse a figure rosse di produzione apula con maschera centrale sovradipinta e scena di guerra tra Greci e Amazzone (amazzonomachia). Seconda metà del IV sec. a.C.
- Grande vaso da profumo (lekythos) a figure rosse di produzione campana (Paestum) con scena di seduzione con Eros e una Vittoria. Seconda metà del IV sec. a.C.
- Piatto da pesce a figure rosse sovradipinte di produzione campana con drago marino (ketos), delfino e polipo. Seconda metà del IV sec. a.C.
- Piatto con due anse a figure rosse di produzione apula con Eros che esce da un fiore. Intorno alla metà del IV sec. a.C.
- Bicchiere (rhyton) con vasca a forma di testa di ariete a vernice nera e collo a figure rosse di produzione apula, con colloquio con Eros. Seconda metà del IV sec. a.C.
Vetrina 7B
- Cratere a volute con mascheroni a figure rosse sovradipinte di produzione apula, con personaggi dentro un monumento funerario (naiskos). Ultimo quarto del IV sec. a.C.
- Cratere a volute con mascheroni a figure rosse sovradipinte di produzione apula, con fanciullo dentro un monumento funerario (naiskos). Ultimo quarto del IV sec. a.C.
- Anfora (di tipo panatenaico) a figure rosse sovradipinte di produzione apula con personaggi dentro un monumento funerario (naiskos). Ultimo quarto del IV sec. a.C.
Vetrina 8
- Vaso per l’acqua (hydria) a figure rosse sovradipinte di produzione apula con personaggio femminile dentro un monumento funerario. Ultimo quarto del IV sec. a.C.
- Vaso da matrimonio (lebes gamikos) di produzione apula con colloquio tra una giovane donna che presenta il cofanetto dei gioielli e un giovane uomo incoronato da Eros. Ultimo quarto del IV sec. a.C.
- Piatto con due anse a figure rosse di produzione apula con Eros che offre una corona a una donna. Seconda metà del IV sec. a.C.
- Piatto con due anse a figure rosse di produzione apula con Eros che offre dei fiori a una donna. Seconda metà del IV sec. a.C.
- Piatto con due anse a figure rosse di produzione apula con testa di donna. Seconda metà del IV sec. a.C.
- Brocca configurata a forma di sfinge decorata a tempera policroma di produzione apula (?). Seconda metà del IV sec. a.C.
- Borraccia (askos) decorata a tempera policroma con figura di mostro marino femminile a tutto tondo, di produzione apula (Canosa?). Seconda metà del IV sec. a.C.
Vetrina 9A
- Piatto à vernice nera sovradipinta di produzione apula, con testa circondata da una composizione vegetale. Fine del IV sec. a.C.
- Bottiglia a vernice nera sovradipinta di produzione apula con testa di donna alata. Seconda metà del IV sec. a.C.
- Bottiglia a vernice nera sovradipinta di produzione apula (di stile “Gnathia”), con testa di donna. Prima metà del III sec. a.C.
- Bicchiere (skyphos) a vernice nera sovradipinta di produzione apula (di stile “Gnathia”), con daino avvolto da tralci di vite. Prima metà del III sec. a.C.
- Bicchiere (skyphos) a vernice nera sovradipinta di produzione apula (di stile “Gnathia”), con colomba che regge una corona, avvolta da tralci di vite. Prima metà del III sec. a.C.
- Coppa a vernice nera sovradipinta di produzione apula (di stile “Gnathia”), con tralci di vite. Prima metà del III sec. a.C.
- Brocca (oinochoe) a vernice nera sovradipinta di produzione apula (di stile “Gnathia”), con tralci di vite. Prima metà del III sec. a.C.
- Bottiglia a forma di uccello (askos) in ceramica a vernice nera sovradipinta di produzione nord campana (Teano). Seconda metà del IV-prima metà del III sec. a.C.
Vetrina 9B
- Cratere a figure rosse di produzione falisca con satiri. Metà del IV sec. a.C.
- Bicchiere (skyphos) a figure rosse di produzione falisca con satiro in corsa e civetta. Ultimo quarto del IV sec. a. C.
- Cratere a figure rosse di produzione falisca con menade in corsa con vestito spiegato. Ultimo quarto del IV sec. a.C.
- Grande vaso da banchetto (stamnos) a figure rosse di produzione falisca con menade in corsa. Ultimo quarto del IV sec. a.C.
- Coppa a figure rosse di produzione etrusca attribuita al Pittore di Castellani (Cerveteri), con satiro con timpano e tirso. Ultimo quarto del IV sec. a.C.
- Coppa a figure rosse di produzione etrusca attribuita al Pittore di Castellani (Cerveteri), con menade con timpano e tirso. Ultimo quarto del IV sec. a.C.
Vetrina 10A
Teste e mezze teste votive in terracotta di produzione etrusco-laziale. IV-III sec. a.C.
“La prima mostra presentata al Museo dell’Arte Salvata – sottolinea Massimo Osanna, archeologo e direttore generale dei Musei dello Stato – è dedicata a una selezione di questi materiali di grande rilievo e costituisce la prima tappa di un percorso di ricerca e valorizzazione che riporterà, dopo la mostra, le opere nei territori di provenienza”.
Proprio al termine della prima fase di questa esposizione temporanea, grazie al coordinamento con la Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio e al direttore generale dei musei dello Stato, i reperti saranno distribuiti tra il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, il Museo Nazionale Archeologico Cerite nel Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia e lo stesso Museo Nazionale Romano.
Museo dell’Arte Salvata
Aula Ottagona del Museo Nazionale Romano
Via Giuseppe Romita, 8 – 00185 Roma
Orari
dal martedì alla domenica, ore 1 – 18
Lunedì chiuso.
La biglietteria chiude un’ora prima.
L’esposizione
Dal 16 giugno al 15 ottobre 2022
Sarà ad accesso gratuito per i possessori del biglietto d’ingresso alle Terme di Diocleziano o del biglietto combinato per l’accesso a tutte le sedi, acquistabile on-line oppure presso le biglietterie.
L’accesso gratuito è garantito ai possessori della MNR Card.
Biglietto d’ingresso delle Terme di Diocleziano
Intero € 8 (+2 € di prevendita in caso di acquisto on line)
Ridotto € 2 (+2 euro di prevendita in caso di acquisto on line)
Biglietto combinato per l’accesso a tutte le sedi del Museo Nazionale Romano
Permette l’ingresso una volta in ciascuna delle sedi e due volte nella sede di Palazzo Massimo e sarà valido una settimana dal giorno dell’acquisto.
Intero € 12 (+2 euro di prevendita in caso di acquisto on line)
Ridotto € 8 (+2 euro di prevendita in caso di acquisto on line)