Sicilia, a Ramacca la XXXI edizione della Sagra del Carciofo: a tutto gusto con il protagonista, il Violetto ramacchese… e non solo

Ci sono stato in passate edizioni e la consiglio a tutti per la grande varietà dei prodotti che ricalcano specie fortemente presenti in Sicilia. A Ramacca la, XXXI edizione della Sagra del Carciofo che comparirà in tutte le sue varianti di forme, colori, dimensioni e sapori. Dal 14 al 16 aprile e dal 22 al 25 aprile.

Il principe di questa sagra è il carciofo Violetto ramacchese, ortaggio che in questa sua pregiata varietà è tipico dell’area siciliana e in special modo di Ramacca: è un carciofo dalla pezzatura media, foglie molto scure all’esterno e chiare sul lato interno.

L’ortaggio è curato in special modo dalla Cooperativa Violetto ramacchese che dal 1986 raccoglie produttori della Piana di Catania, aziende che hanno adottato anche il Carciofo tipo Romanesco C3 e l’Apollo. Nelle fasi di lavorazione sono stati adottati macchinari ad alta tecnologia sperimentando tecniche di lavaggio dei carciofi con acqua più ozono, miscela ambientalmente perfetta. Il processo viene scandito in precise fasi: al mattino la raccolta in campo dei carciofi; nel pomeriggio la conservazione in magazzino; nella notte lo stoccaggio in cella frigo con ozono; il mattino successivo la lavorazione.
Per il trasporto di questo carciofo e per raggiungere grandi distanze, si usano cassoni e ozono in cella frigo e in acqua per depurare la pianta rallentandone il deterioramento ed eliminando afidi, escrementi di uccelli e residui vari rimasti dopo la raccolta.

Nel corso della Sagra saranno proposti – come sempre – piatti a base di carciofo insieme ai prodotti locali, la possibilità di ammirare le diverse varietà, di comprendere le fasi di lavorazione, le tradizioni agricole legate a questa coltura, costumi tradizionali, spettacoli e musica, visite guidate e convegni.

La Sagra del Carciofo di Ramacca è storia, cultura, folclore e. ovviamente. buona tavola. Chi deciderà di spingersi fino alla cittadina siciliana di certo non resterà deluso.

Sagra del Carciofo – Storia del Violetto ramacchese

Ha una storia antica il “Violetto ramacchese”, una pregiata varietà di carciofo che viene coltivata da secoli nelle campagne catanesi di Ramacca. Già dalle prime origini era noto per le sue qualità afrodisiache e veniva portato sulle tavole meglio imbandite e raffinate. Accertate le sue grandi proprietà organolettiche, qualità antidiabetiche e anticolesterolo.

La fantasia in cucina non ha confini e il Violetto si presta benissimo a molte preparazioni. Paccheri al forno con carciofi e scamorza affumicata, mezze penne con crema di carciofi, polpettine di carciofi, risottino con Violetto ramacchese, sauté di carciofi e Salsiccia di Ramacca, le casarecce ai cuori di carciofo e grana o il risotto alla crema di carciofo e zucca gialla.

Ramacca

Il passato di Ramacca è raccontato dal suo stesso nome derivata dall’antica denominazione musulmana dell’area, forse – perché non provata con certezza – da Rammuallah-رام الله che sta per Monte o Terra di Dio, stesso nome della cittadina in Cisgiordania, sui monti della Giudea, a meno di 20 chilometri da Gerusalemme.
Ramacca sorge nell’alta valle del fiume Gornalunga che è un affluente del Simeto, tra Militello e Castel di Iudica, in un’area che ha presenze archeologiche risalenti al periodo greco-siculo (in contrada La Montagna), anche se prime tracce di insediamenti umani compaiono in contrada Torricella e risalgono al Paleolitico-Mesolitico. Testimonianze che giungono anche dal giacimento paleolitico di Perriere Sottano. Reperti esposti al Museo Civico.

Originariamente l’abitato ebbe per nome Erica o similari (Erikes, Erike, Erice), fondato intorno al 459 a.C. da Ducezio-Δουκέτιος, nobile siculo che capeggiava il movimento nazionale contro i Greci presenti in Sicilia, lega cui lui diede una capitale, Palice, fondandola vicina alle rive del lago sacro dei Palici. Nello stesso 459 Ducezio conquistò Morganzio dando forza e unità al movimento anti greci (tutti i dati sono contenuti nell’Enciclopedia Treccani).

La cittadina fu resa indipendente dal territorio di Caltagirone nel 1193 grazie a una disposizione dell’Imperatore e Re di Sicilia Enrico VI di Svevia.
Da Ramacca nel 1853 si separò Raddusa che divenne Comune indipendente.

L’attuale impianto urbanistico è in gran parte frutto delle edificazioni risalenti al XVII secolo quando i nobili Gravina diedero inizio allo sviluppo del territorio. Questa famiglia aveva la titolarità del feudo dal1490. Il feudo divenne Principato dei Gravina per concessione regia del 1688.

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